Il gruppo dirigente della CNA Sicilia, riunitosi a Enna, ha voluto assumere, pur non entrando nel merito dei fatti, una posizione politico-sindacale netta e chiara rispetto alle dinamiche emerse dall’inchiesta “Double Face” che delinea uno scenario inquietante, i cui contenuti, se confermati, rappresenterebbero un forte e traumatico pugno in faccia proprio nei confronti della legalità. Nei confronti di una terra, quella siciliana, ancora una volta, secondo quanto rilevato dagli inquirenti, mortificata, penalizzata e tradita da rappresentanti delle Istituzioni e da pezzi dello Stato che si sarebbero messi al servizio di potenti forze economiche. La corruzione, a qualsiasi livello, è un ostacolo per lo sviluppo, un intralcio per le libere logiche di mercato, una evidente distorsione che determina l’inquinamento delle attività e la concorrenza sleale. La ricostruzione, che viene fuori dalle indagini, è allarmante e disarmante: e lo è di più se letta nell’ottica di chi, come la CNA, si occupa onestamente di rappresentare e fare gli interessi delle piccole e medie imprese e degli artigiani. Sotto la lente di ingrandimento dell’Autorità Giudiziaria, in cui riponiamo massima fiducia, è finita infatti la Regione e in particolare la gestione degli ultimi 10 anni dell’Assessorato alle Attività Produttive che costituisce il nostro principale interlocutore istituzionale, il cui atteggiamento nei fatti è stato, quasi sempre, di chiusura rispetto alle istanze espresse dalla categoria. Risultato? Riforme e politiche economiche e del lavoro mai in linea con il tessuto produttivo che tuteliamo, così come, in ambito della rappresentanza, assistiamo a dinamiche altrettanto incomprensibili e deleterie. Come quelle che, ad esempio, attraversano le Camere di commercio in Sicilia, che sono comunque da riformare, in cui la CNA, pur essendo con numeri e adesioni reali alla mano la più forte Organizzazione di categoria nell’isola, in alcuni enti oggi risulta praticamente tagliata fuori o ridimensionata sulla base di teoremi che abbiamo denunciato agli organi competenti Abbiamo anche chiesto, in riferimento all’accorpamento di Agrigento, Trapani e Caltanissetta, la sospensione del decreto che è stato firmato qualche giorno fa, incautamente, dall’Assessore Turano. La CNA, anche su questo fronte, continua ad improntare la propria gestione nel segno della legalità, della trasparenza, dei valori etici e dell’impegno contro ogni forma di prevaricazione, mostrando il volto sincero, autonomo, autentico e determinato a fianco delle attività Antimafia e contro la corruzione. Ma è necessario che le forze politiche, dal canto loro, abbiano un sussulto di orgoglio, di dignità e si mettano seriamente e concretamente al servizio della cosa pubblica. Servono fatti, gesti di responsabilità, come quello di cui ci facciamo interpreti noi oggi, relativamente alla questione della Camera di commercio di Caltanissetta, guidata proprio dall’ex presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante. La CNA, nel chiedere l’intervento del Governo della Regione a tutela dell’onore e decoro delle Istituzioni, comunica le dimissioni del componente di riferimento all’interno del Consiglio camerale nisseno, con l’auspicio che la scelta venga responsabilmente seguita dalle altre Associazioni categoria, in modo da sgomberare il campo da ogni possibile e facile strumentalizzazione, lasciando all’Autorità Giudiziaria il compito di fare piena luce sull’intera vicenda. Stiamo anche valutando l’ipotesi di chiedere ai delegati CNA, presenti negli altri organismi camerali dell’isola, di fare un passo indietro. Una presa di distanza da un sistema che non ci appartiene e che ci ha visti inevitabilmente soccombenti. Tutto questo perché c’è la consapevolezza che è compito e responsabilità anche delle Associazioni di categoria e delle Imprese contribuire a diffondere, qualificare ed elevare la cultura legalitaria in un territorio, per renderlo sempre più impermeabile, libero da condizionamenti e pressioni. Ecco perché siamo già al lavoro per organizzare in tempi brevi, a Palermo, un importante Focus sulla legalità, coinvolgendo i giovani, gli artigiani, gli imprenditori e le istituzioni: in primo luogo la Prefettura e la Chiesa. Vogliamo che dal capoluogo parta un nuovo messaggio di speranza e di rinnovamento per il rilancio economico del territorio.