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Inaugurata la mostra archeologica “Segreta Agrigento – Radici d’Antico”

Questa mattina, presso la Caserma Domenico Anghelone della Polizia di Stato ad Agrigento, è stata inaugurata la mostra archeologica “Segreta Agrigento – Radici d’Antico”. Promosso dalla Questura di Agrigento, dal Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi e dalla Direzione Regionale Sicilia dell’Agenzia del Demanio, l’evento rappresenta un’importante tappa nella valorizzazione del patrimonio culturale locale, nell’ambito delle iniziative collegate ad Agrigento Capitale Italiana della Cultura e finanziate dalla Regione Siciliana.
All’inaugurazione hanno partecipato il Questore Tommaso Palumbo, l’architetto Roberto Sciarratta, Direttore del Parco Valle dei Templi e l’ingegnere Pietro Ciolino, Responsabile dell’Area Patrimonio della Direzione Regionale del Demanio.
Il taglio del nastro è stato preceduto dalla benedizione da parte dal cappellano militare, don Maurizio Di Franco, alla presenza delle autorità civili, religiose e militari del territorio.
La mostra “Segreta Agrigento – Radici d’Antico” esplora un’area archeologica che rappresenta l’estensione del Quartiere Ellenistico-Romano di Akragas, databile tra il VI e il III secolo a.C. e custodita presso la Caserma della Polizia di Stato. I rilievi e lo studio del materiale archeologico hanno condotto a una mostra curata dal Dipartimento di Beni Culturali dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna e dal Parco Valle dei Templi. Al centro della riscoperta è la presenza di un sacello arcaico di grande rilevanza religiosa, con offerte votive fra cui molte ceramiche provenienti da Atene e la celebre statua dell’Efebo di Agrigento. Dopo la distruzione cartaginese del 406 a.C., l’area vide la costruzione di nuovi edifici, tra cui una bottega destinata alla produzione del lykion, un collirio medicamentoso. Alcuni contenitori utilizzati per questo preparato sono esposti per la prima volta.
Il titolo Segreta Agrigento. Radici d’Antico evoca la tradizione erboristica di questi preparati e il legame con il Giardino Botanico, luogo di scoperta dell’Efebo di Agrigento.