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Cronaca Spalla

“Il rapimento di Proserpina o l’inganno di Venere” seduce il pubblico del Teatro dell’Efebo

Successo di pubblico ieri sera al Teatro dell’Efebo. Nell’ambito della rassegna del Teatro Classico e del Mito, organizzata dal Libero Consorzio Comunale di Agrigento, è andato in scena “Il rapimento di Proserpina o l’inganno di Venere”.
Lo spettacolo, prodotto dall’associazione culturale Kairos, con testi di Luigi di Raimo e la regia di Daniele Salvo, ha incantato il numeroso e caloroso pubblico ( tante le autorità in prima fila, il sindaco di Agrigento, Franco Miccichè, la dott.ssa Eva Di Betta, in rappresentanza del sig. Prefetto di Agrigento, dott. Filippo Romano,  il Questore, dott. Tommaso Palumbo, il Comandante Provinciale Carabinieri, col. Nicola De Tullio, solo per citarne alcuni) che ha più volte tributato applausi a scena aperta al cast, di altissimo livello, formato da Daniele Salvo, Francesca Maria e Giancarlo Latina, Melania Giglio, Barbara Capucci, Marial Bajma Riva e, per la prima volta sul palcoscenico, la piccola Giada. Gli spettatori hanno anche potuto ammirare anche quattro bravissimi performer: Lorenzo Ficara, Marco Maggio, Massimiliano Serino e Tommaso Quadrella, ballerini attori allievi dell’I.N.D.A. Straordinari i costumi di Daniele Gelsi, costumista nell’“Aiace”, andato in scena nell’ultimo ciclo di spettacoli al teatro greco di Siracusa. Lo spettacolo si è presentato al pubblico con un nuovo allestimento scenico ed un cast rinnovato rispetto alle precedenti esperienze che vedeva in scena una delle più amate coppie del teatro italiano. Mi riferisco alla premiata “ditta” Pagliai – Gassman. Ieri sera l’inconfondibile voce fuori campo, all’inizio della rappresentazione, era di Ugo Pagliai.
Ma torniamo al testo; traendo ispirazione dal poemetto incompiuto di Claudiano, liberamente tradotto e riadattato, e unendo a esso influenze dalle Metamorfosi e dai Fasti di Ovidio, Il ratto di Proserpina o l’inganno di Venere ripercorre la nota vicenda del mito annodando parole antiche e inserti moderni originali. Al canto dei rapsodi si intrecciano così gli interventi in prima persona dei protagonisti, in un’alternanza continua di racconto e azione. Al potere evocativo della parola è affidato il compito di restituire immagini, sentimenti, suggestioni di una storia potente, che nel tentativo di spiegare l’alternanza delle stagioni, ci ricorda che dopo ogni inverno torna a splendere sempre la primavera.

“Due rapsodi di epica memoria – scrive Luigi Di Raimo – danno avvio a un canto che riporta sulla scena gli dèi protagonisti di una storia che ha come teatro d’azione i ridenti campi di Sicilia. Plutone è giunto sulla terra per assicurarsi che i terremoti prodotti da Tifone, il gigante sepolto sotto l’isola, non abbiano aperto una voragine sul regno degli Inferi. Qui, per volere di Giove e grazie a un inganno ordito da Venere, incontra Proserpina. Se ne innamora all’istante e la porta via con sé. Cerere, ignara del destino della figlia, percorre tutto il mondo alla sua ricerca, condannando i campi a una morte progressiva. Quando le viene rivelata la verità, Cerere è sopraffatta dalla disperazione. Solo l’intervento mediatore di Giove riesce a lenire in parte il suo dolore. Proserpina, ora sposa di Plutone e regina degli Inferi, potrà trascorrere una parte dell’anno sulla terra, mentre l’altra vivrà nel Tartaro col marito. Quando abiterà tra i morti, sulla terra verranno l’autunno e l’inverno; quando si unirà nuovamente alla madre, riporterà agli uomini la primavera e l’estate. Un omaggio all’immaginario e alla saggezza del mondo antico, e un omaggio alla Sicilia, che ne è custode prediletta”.

Così il regista Daniele Salvo:

“ Prometeo, poi Venere, Minerva, Cerere… Sono dei attraversati da passioni umane, capaci di amore, astuzia, invidia, disperazione, violenza, rabbia e desiderio di vendetta. Sui meravigliosi campi di Sicilia, per voce di due antichi rapsodi, si sviluppa una storia tesissima ed appassionante, densa di colpi di scena ed emozioni rivelate”.

Il Teatro dell’Efebo ieri sera ha quasi registrato il sold out. Soddisfazione per l’affetto tributato è stata espressa dalla produttrice teatrale Barbara Capucci (bravissima nel ruolo di Venere) che alla fine dello spettacolo ha voluto ringraziato il caloroso pubblico.

Infine,  il saluto del dirigente del Settore Turismo dell’ex Provincia, Achille Contino, che ha voluto  sottolineare il nuovo impegno del Libero Consorzio Comunale di Agrigento nella produzione teatrale, volano per un vero rilancio turistico del territorio agrigentino in vista di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025.

Luigi Mula