Fin dalla sua morte, in Libia, ci furono numerosi scontri tra le varie tribù e fazioni rivali che dilaniarono il paese. Il caos che si instaurò durante questi anni trovò e continua a trovare terreno fertile per l’avanzamento dell’Isis in Libia. L’Italia, diretta interessata dell’avanzata dell’Isis in Libia, cerca di capire e studiare una soluzione concreta e condivisa con gli altri stati europei e con l’Onu per sconfiggere questa minaccia che ormai è arrivata alle porte del mediterraneo.
Ma questa minaccia terroristica all’Europa era prevedibile? A questo quesito rispondiamo con alcune parti dell’intervista rilasciata da Mu’ammar Gheddafi al “Le Journal du Dimanche” dove l’ex dittatore “profetizza” la minaccia terroristica in Europa:
“Il regime qui in Libia va bene. È stabile. Cerco di farmi capire: se si minaccia, se si cerca di destabilizzare, si arriverà alla confusione, a Bin Laden, a gruppuscoli armati. Migliaia di persone invaderanno l’Europa dalla Libia. Si tornerà ai tempi di Barbarossa, dei pirati, degli Ottomani che imponevano riscatti sulle navi. Sarà una crisi mondiale, una catastrofe che dal Pakistan si estenderà fino al Nord Africa. Ma voglio farle capire che la situazione è grave per tutto l’Occidente e tutto il Mediterraneo. Come possono, i dirigenti europei, non capirlo? Il rischio che il terrorismo si estenda su scala planetaria è evidente“.
Da questa intervista si evince che L’Europa abbia sottovalutato le parole “profetiche” dell’ex dittatore libico trovandosi ora in una situazione che allarma e preoccupa gli stati europei e principalmente l’Italia. L’auspicio è quello di trovare un intesa veloce tra l’Italia e l’Europa per intervenire immediatamente nel territorio libico. Non c’è più tempo da perdere.
Dario Schembri
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