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Lavoro Regioni ed Enti Locali

Il Comune di Racalmuto avvia la stabilizzazione dei lavoratori precari

La giunta comunale ha approvato l’atto di indirizzo e il programma triennale del fabbisogno del personale. Si avviano cosi le procedure per la stabilizzazione del personale precario.

Beneficeremo di un contributo regionale per i prossimi vent’anni, che ci consentirà di trasformare i contratti di settantasei lavoratori a tempo indeterminato.
Il piano dovrà essere approvato da una commissione nazionale. Pertanto nei prossimi mesi dovrà essere seguito e difeso a Roma perché ottenga il parere favorevole. È un momento storico per il nostro Comune e per i nostri lavoratori.
Se solo ripensiamo al nostro insediamento nel giugno 2014, quando i contratti rischiavano di non essere prorogati, per effetto del Piano di Riequilibrio Finanziario approvato dai Commissari, possiamo comprendere l’importanza del lavoro svolto. Prima del Piano di Riequilibrio, i contratti dei precari erano a ventiquattro ore e il costo era al 90% a carico della Regione e per la rimanente parte a carico del Comune. Per risanare il bilancio, la quota comunale pari a circa 200.000,00 euro, venne tagliata dai Commissari. I contratti furono così portati a 20 ore. L’anno scorso questa amministrazione ha promosso una mobilitazione che ha determinato l’approvazione all’Ars di una norma che ci ha consentito di riportare i contratti a ventiquattro ore, ponendo l’importo tutto a carico della Regione. Ieri ci è stato comunicato il decreto che riconosce a Racalmuto, unico Comune in Sicilia, 200.000,00 euro per coprire le quattro ore in più.
Se fosse passata la prima mozione di sfiducia nel novembre del 2016, promossa da Racalmuto Prima di Tutto e sventata dai consiglieri della Lista Borsellino e dai consiglieri del PD, i nostri contrattisti sarebbero rimasti a venti ore nel 2017, nel 2018, nel 2019: i lavoratori avrebbero perso 200.000,00 euro ogni anno.
Oggi i consiglieri hanno presentato una nuova mozione di sfiducia.
Riflettiamo bene prima di abbandonare le istituzioni e lasciare il paese nelle mani di un commissario. Dobbiamo credere nel nostro ruolo, come il popolo ha avuto fiducia in noi quando ci ha eletti.