Di Lorenzo fu scelto come obiettivo simbolo della vendetta mafiosa perché era un Poliziotto integerrimo e per nulla incline al compromesso.
“Con Di Lorenzo o era “si”, od era “no”. Non c’erano mezze misure. Così quando, a causa dell’assenza del comandante, per qualche tempo ricoprì la carica di Comandante, avrà sicuramente aumentato la sua schiera di nemici per i suoi modi così decisi ed energici“. Dichiarazioni rese in aula dall’ispettore Giuseppe Plano che riassumono il modus lavorativo di un uomo integerrimo e incline al dovere.
Vittima di mafia e per tale motivo oggi, dopo ben 26 anni dal suo assassinio, è stata finalmente ripristinata una pagina che dà soprattutto memoria alle giovani generazioni del sacrificio di un uomo che ha pagato con la vita per la sola colpa di aver fatto il suo dovere credendo nella giustizia e nei valori dello Stato.
Presenti al carcere di contrada Petrusa le massime autorità con in testa il comandante provinciale del Corpo di Polizia Penitenziaria, Giuseppe Lo Faro, ed il direttore della struttura penitenziaria Aldo Tiralongo. Grande commozione anche da parte della moglie del sovrintendente Di Lorenzo, che non è voluta mancare all’appuntamento e alla quale è andata una pergamena ricordo.
Alla fine della cerimonia un buffet il cui servizio sala è stato effettuato dai ragazzi dell’istituto alberghiero “Ambrosini” di Favara.