“Il Berretto a sonagli” di Luigi Pirandello, per la regia di Federico Marotta, seduce ed emoziona il caloroso e numeroso pubblico del Teatro Regina Margherita di Racalmuto.
La commedia, andata in scena sabato 10 e replicata questa sera, domenica 11 dicembre, ha conquistato gli spettatori grazie ad una regia brillante, intelligente e, allo stesso tempo, asciutta ed equilibrata, che ha offerto una nuova comprensione del testo del grande drammaturgo agrigentino. Federico Marotta si è calato pienamente nel complesso mondo pirandelliano ed ha diretto magistralmente gli attori in scena che, ricordiamo, sono stati Sandra Marotta, nel ruolo di Beatrice Fiorica, Liliana Rizzo, nel ruolo di La Saracena, Lia Cipolla, nel ruolo de La Signora Assunta, Mary Terrazzino, nel ruolo di Fana, Saro Graceffa, nel ruolo di Ciampa, Totò Travali, nel ruolo del Delegato Spanò, e Piero Curto in quello di Fifì. Federico Marotta è l’erede di una tradizione teatrale che affonda le sue radici nella presenza di Pirandello ad Aragona. Il successo al Regina Margherita di Racalmuto non è dunque del tutto casuale; ad Aragona, infatti, il drammaturgo agrigentino ha maturato le prime idee che lo avrebbero portato, nel 1934, a vincere il Nobel per la Letteratura. Molte storie narrate da Pirandello sono state ambientate tra i vicoli e i luoghi di Aragona, cittadina dove la famiglia Pirandello possedeva la miniera “Taccia Caci”, la stessa cava mineraria la cui frana, e successivo allagamento, causò la crisi economica dello scrittore, portandolo a intensificare la sua opera letteraria e la sua collaborazione con importanti testate giornalistiche nazionali. Personaggi come il macellaio Dolcemascolo, l’avvocato Piccarone, il “carusu” Ciaula, hanno preso vita tra le vie e le piazze di Aragona. Tornando alla commedia possiamo affermare che la messa in scena è risultata perfetta nei tempi, nei ritmi, nelle mimiche e nelle espressioni originali ed accattivanti degli attori che hanno saputo così conquistare gli spettatori che spesso hanno tributato applausi a scena aperta. Mattatori dello spettacolo sono stati Sandra Marotta e Saro Graceffa che hanno trascinato gli straordinari e convincenti attori in scena al gran finale carico di pathos. Le musiche, che hanno accompagnano la rappresentazione, sono risultate indovinate, con la giusta alternanza tra sonorità drammatiche ad altre più esibite, vivaci ed in sincronia con quanto rappresentato sul palco. Sobria la scena e ricercati i costumi che hanno riproposto alla perfezione lo stile dell’epoca in cui è ambientata la commedia. Ottima, infine, la scelta della compagnia aragonese che ha scelto di debuttare nella città di Leonardo Sciascia, in uno scrigno di teatro tanto piccolo quanto magnifico e storicamente valoroso per le personalità che, in passato, lo hanno voluto restaurato e rimesso a nuovo.
In ultima analisi, ne Il Berretto a sonagli diretto da Federico Marotta e’ rappresentato un mondo in cui si cerca di salvare ad ogni costo la buona reputazione e le apparenze, a scapito della spontaneità e della verità, una società di “pupi”, dove ognuno bada bene a recitare la sua parte, attenendosi a precisi codici di comportamento, regolati dalle tre corde: la seria, la civile e la pazza.
Luigi Mula