Il benvenuto della CGIL al procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio
“La CGIL Agrigentina Le formula i migliori auguri di buon lavoro“. In una lettera inviata al neo procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio (in foto), interviene così la CGIL di Agrigento, che aggiunge:
“Si tratta di auguri non formali e sinceri – scrive il segretario generale provinciale, Massimo Raso -. Sappiamo quanto sia importante avere a Capo degli Uffici Giudiziari persone valide in grado di recepire il bisogno di giustizia che viene dal territorio.
Ella questo territorio lo conosce bene perché è già stato in questo Palazzo di Giustizia dove, fra i tanti processi celebrati, spicca quello scaturito dall’inchiesta “Akragas”, il primo maxi processo alla mafia della provincia di Agrigento“.
“Abbiamo continuato a seguire il suo percorso che lo ha visto seguire i più importanti processi tenuti a Palermo, dal processo per l’uccisione di Don Pino Puglisi a quello Dell’Utri e Cuffaro, solo per citarne alcuni.
Siamo in un territorio difficile dove, come ci ricordano i semestrali rapporti della DIA esistono radicate e storici insediamenti criminali e mafiosi.
La storia della CGIL , da quando siamo nati , è una storia sempre e solo dalla parte della legalità e di chi ha lottato la mafia, è una storia anche di nostri Dirigenti assassinati
Certo, sicuramente altri tempi!“.
“Ma, ieri come oggi, per Noi la battaglia per l’affermazione dei valori della legalità, contro la prepotenza che poi si trasformano in negazione di diritti, in violenza ed in soprusi, sono ancora la bussola che orienta le nostre azioni e le nostre rivendicazioni.
La mafia non è più a guardia del feudo come negli anni ’50, oggi si mimetizza nell’”economia legale”, ma è forte e presente“.
“Così come forti e presenti sono i fenomeni corruttivi e la criminalità diffusa, come dimostrano anche le recenti inchieste sulle estorsioni sul lavoro.
Sappia di poter contare, per quello che serve e che riterrà utile, sul nostro sostegno e sulla nostra leale collaborazione. Buon lavoro e benvenuto!“, conclude Raso.