Il Beato Livatino, i percorsi della fede e la “strada della legalità”
Gli amici della “Strada degli scrittori” apprendono con gioia per la decisione di papa Francesco di rendere all’onore degli altari come prossimo nuovo Beato il giudice Rosario Livatino. L’attenzione della Chiesa per la figura del giovane magistrato, ucciso dalla mafia “in odio alla fede” il 21 settembre del 1990 a pochi chilometri da Agrigento, lungo la strada statale 640, pone a noi tutti, ancora una volta, la necessità di una attenta riflessione non solo sulla figura di Livatino, ma sull’impegno quotidiano di un magistrato che ha dedicato la sua giovane esistenza agli studi e al lavoro, divenendo profondo conoscitore del fenomeno mafioso.
La “Strada degli scrittori”, ideata e diretta dal giornalista e scrittore Felice Cavallaro, da anni impegnata in Sicilia per la riscoperta e la valorizzazione dei luoghi legati a numerosi scrittori nati e vissuti tra Agrigento e Caltanissetta, ha sempre sottolineato il valore di magistrati come Livatino e Antonino Saetta, ucciso con il figlio Stefano, o di uomini dello Stato come il maresciallo Giuliano Guazzelli, trucidati lungo quella strada oggi dedicata agli scrittori. Una “strada” legata a doppio mandato all’impegno antimafia di coloro che hanno dato la vita per combattere la criminalità organizzata.
La promulgazione del decreto relativo al prossimo Beato Rosario Angelo Livatino arriva poche ore dopo la decisione del governo regionale, presieduto dal presidente Nello Musumeci, di istituire la “Rete delle Case-museo della Sicilia” in cui è inserita anche la casa di Canicattì dove il magistrato visse con gli anziani genitori. La “Strada degli scrittori” si impegna a fare il possibile perché anche questa Casa, dove sono rimaste intatte dal 1990 studio e camera da letto di Livatino, diventa tappa di un percorso capace di moltiplicare l’impegno civile dei viaggiatori e di chi opera nel territorio.
Si tratta di due notizie destinate ad alimentare la crescita culturale e turistica della città di Canicattì e dellhinterland, offrendo ai pellegrini della Magna Via Francigena, dei viaggiatori della “Strada degli scrittori”, dei tanti turisti in visita ai Templi di Agrigento, di fare tappa nella città dove riposano le spoglie del giudice e dove poter visitare la casa in cui visse, nel cuore della città.
Sono tappe fondamentali del percorso della legalità che s’intreccia con quello culturale legato ai grandi autori del Novecento, da Pirandello a Rosso di San Secondo, da Sciascia a Camilleri, e con quello della fede, se consideriamo luogo d’interesse anche l’ufficio del giudice Livatino nell’ex tribunale di Agrigento, in via Atena, e la Croce innalzata ai piedi del tempio della Concordia e del tempio di Giunone, dove un altro Santo, Papa Giovanni Paolo II, dopo aver incontrato i genitori di Livatino, invocò il giudizio di Dio sui boss mafiosi.