“Dal momento in cui si è insediato il nuovo Direttore Generale dell’ ASP di Agrigento, si sono susseguite dichiarazioni trionfalistiche che fanno a pugni con la dura realtà di una sanità che non funziona, che cura male gli ammalati e, in alcuni casi gravi, sembra sorda ai richiami di aiuto di pazienti affetti da gravi patologie che si trovano di fronte a liste di attesa di anni per visite ed esami specialistici salvavita”.
Recita così una nota del circolo PD “Vittoria Giunti” di Agrigento. “Nonostante gli impegni pubblicamente assunti al miglioramento dell’offerta di prestazioni specialistiche ambulatoriali e alla conseguente riduzione dei tempi di attesa, infatti, non si registra ad oggi nessun segnale positivo in questa direzione. E’ lo stesso sito aziendale, nello spazio dedicato alle liste di attesa, a rivelarci, per esempio, che i tempi medi attesa per effettuare una colonscopia presso l’Ospedale di Agrigento sono di 699 giorni(!) mentre sono di soli 7 giorni presso gli Ospedali di Canicattì e Ribera!
Impossibile invece per il cittadino avere contezza di quali siano i tempi di attesa per diverse prestazioni oggetto di monitoraggio (prime visite cardiologiche, neurologiche, ortopediche, fisiatriche, oculistiche ecc.), perché, in barba alla trasparenza, il sito non li riporta. Molte di queste prestazioni, peraltro, non sono effettuate presso l’ospedale di Agrigento (prime visite di cardiologia, chirurgia vascolare, endocrinologia/diabetologia, neurologia e pneumologia e per non infierire ci fermiamo qui!), costringendo i nostri concittadini a vagare da un punto all’altro della provincia.
Il malfunzionamento del sistema lo si avverte peraltro fin dal momento della prenotazione della prestazione per la presenza di pochi e mal distribuiti sportelli di prenotazione a vista, per un CUP telefonico fantasma e per un servizio a pagamento offerto dalle farmacie non sempre idoneo ad assicurare il servizio”.
“Di fronte alle denunce di casi umani particolarmente toccanti – continua la nota -, dalla direzione sanitaria si risponde con la tiritera del “percorso di salvaguardia”, una procedura che prevede, in caso di liste d’attesa troppo lunghe, il taglio dei tempi tramite un’apposita istanza al direttore generale dell’Asp che, valutato il caso, può indirizzare il paziente ad una struttura convenzionata in tempi più brevi. Ma il CUP non informa i cittadini di questo loro diritto, né sono disponibili i moduli per presentare l’istanza. Chiediamo dunque nuovamente al direttore generale di provvedere con immediatezza al miglioramento e ampliamento dell’offerta di prestazioni specialistiche ambulatoriali erogate presso l’Ospedale di Agrigento, costituendo le agende di prenotazione di prime visite per le discipline di cardiologia, chirurgia vascolare, endocrinologia/diabetologia, neurologia e pneumologia, attualmente assenti. Chiediamo ancora di mettere in atto i meccanismi idonei a diminuire i tempi medi di attesa per le prestazioni di endoscopia digestiva e per tutte le discipline oggi in sofferenza, meccanismi che non possono essere né le farraginose agende triage (peraltro agende chiuse e quindi vietate) né la creazione di agende separate per le “prime prestazioni diagnostiche”, non contemplate, (le prime prestazioni diagnostiche), da nessuna norma. Non è possibile che nonostante i milioni di euro spesi in prestazioni aggiuntive il cittadino debba continuare a soffrire. Non è possibile che per mettere la foglia di fico del rispetto dei tempi massimi di attesa il cittadino debba essere sballottato da una parte all’altra della provincia! Si rispetti non soltanto il criterio dei tempi massimi di attesa ma anche il criterio della prossimità e della raggiungibilità. Signor Direttore Generale noi siamo e saremo sempre dalla parte dei cittadini, ci raggiunga! La aspettiamo!”, conclude la nota del PD.