Gli ex allievi agrigentini di “Don Bosco” rendono omaggio a Luigi Pirandello nel 150° Anniversario della sua nascita
Di anni ne sono trascorsi 60 dall’ormai lontano 1957, anno in cui il Sindaco della Città dei Templi, Enzo Lauretta, assunse l’iniziativa di traslare le ceneri dello scrittore agrigentino Luigi Pirandello dal Museo Civico di Piazza Municipio, dove erano provvisoriamente custodite fin dal 1946 alla Casa Natale di Contrada Caos.
In quella occasione, a cinque Ex allievi di Don Bosco : Pippo Miccichè, Francesco Pancucci, Vincenzo Vanadia, Enzo Lauretta, 1° Presidente dell’Unione Exallievi Don Bosco di Agrigento, scomparso nel 2014 all’età di 90 anni e Calogero Patti, in atto Presidente dell’Unione agrigentina, toccò il privilegio di scortare l’arca lignea, al cui interno era custodito il cratere attico contenente le ceneri del drammaturgo agrigentino, dal Museo Civico alla Casa Natale di Contrada Caos.
Il 6 Luglio 2017 è stato celebrato ad Agrigento il 150° Anniversario della nascita di Pirandello, evento a cui non è voluto mancare il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il quale, con la sua presenza, ha inteso onorare uno dei figli più illustri di questa terra di Sicilia.
Durante la sua breve permanenza, ha visitato il Parco Archeologico con gli scavi del ritrovato teatro ellenistico-romano, la Casa Natale del Premio Nobel agrigentino e, al Tempio della Concordia, ha presenziato alla cerimonia della consegna del “Premio Pirandello” all’attore Toni Servillo e della Targa Speciale all’attore Michele Riondino.
Presenti alla cerimonia, tra gli altri , il Cardinale Frandesco Montenegro, il Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, Exallievo di Don Bosco di Gela, l’On. Angelo Errore, Presidente Emerito dell’Unione Exallievi Don Bosco di Agrigento e l’Avv. Gaetano Allotta, Ex allievo di Don Bosco dell’Unione agrigentina.
Gli Exallievi di Don Bosco dell’Unione di Agrigento si sono associati alla città nel rendere omaggio a Luigi Pirandello, volendo così onorare questo “Figlio del Caos” (nel dialetto girgentino “Cavusu”) – come lui stesso si definì nel 1893 in una lettera inviata all’amico Pio Spezi – che il 28 Giugno 1867, non per caso, cadde “una notte di giugno come una lucciola sotto un pino solitario in una campagna d’olivi saraceni affacciata agli orli d’un altipiano di argille azzurre sul mare africano”.