Giornata della Memoria, gli orrori visti da vicino. Il sociologo Pira: “Ad Auschwitz capisci cosa è il male. Ho pianto per le ciocche dei capelli delle donne uccise”
Redazione Scrivo Libero
“Ho fotografato le ciocche dei capelli delle donne ebree uccise che diventavano tappeti dei nazisti. Ho pianto mentre giravo quei campi di sterminio di Auschwitc e Birkenau. Esci stordito.Capisci cosa è il male”.
Nella Giornata della Memoria, il nostro Direttore Editoriale, il sociologo e giornalista, Francesco Pira, ripercorre il suo viaggio in Polonia attraverso un suo articolo nelle pagine culturali del quotidiano La Sicilia, pubblicato in una pagina dedicata alla commemorazione di questa strage senza confini.
“Dentro questi due campi cammini per ore. La sensazione è terribile – scrive Francesco Pira su La Sicilia- senti un buco allo stomaco, vedi immagini di essere umani che sono morti senza sapere perché. Nello stesso momento pensi che devi raccontare quello che hai visto e lottare ogni giorno perché nessuna forma di violenza o razzismo possa essere concepita e assimilata. Ma al tempo stesso vuoi dimenticare immagini che per forza ti rimangono impresse. Cose che nella vita non avresti mai pensato di vedere. Ad esempio il campo delle fucilazioni. I pali collocati perfettamente per legare persone indesiderate ed ucciderle. E poi entri nelle camere a gas. Ti indicano i buchi nel tetto da dove usciva il gas. Ti conducono lungo il percorso dove poi i cadaveri venivano infilati nei forni. C’è anche una piccola stanzetta dove un giudice del Terzo Reich faceva un finto processo molto veloce per condannare a morte”.
Ma Pira non vuole solo narrare un’esperienza vissuta ma vuole lanciare un messaggio soprattutto ai giovani: “il Giorno della Memoria è importante per studiare, capire. Andare in Polonia ad Auschwitz dove i nazisti si sono esibiti nel peggiore dei loro stermini è necessario”.