Si è presentato ad Agrigento con una promessa, e questa è stata mantenuta. Mister Raffaele Di Napoli non fa mistero delle difficoltà incontrate durante un percorso lungo e tortuoso. La Lega Pro ha mostrato di essere uno dei campionati più “duri”, ma la tenacia e il lavoro di un gruppo “giovane”, guidato da un tecnico di altissimo livello, ha permesso ad popolo agrigentino di continuare ad avere il “grande” calcio.
“L’anno prossimo giocheremo in Lega Pro – afferma mister Di Napoli, visibilmente emozionato -. Sono arrivato qui il primo giorno è l’ho detto, oggi è l’ultimo giorno di campionato e l’anno prossimo giocheremo in Lega Pro“.
“Dopo lo svantaggio – ha sottolineato Di Napoli – ero molto sereno. Qui sono arrivato con grande umiltà, ma questa partita l’avevo letta e avevo fatto delle scelte iniziali proprio come l’avevo preparata. Non pensavo di prendere un gol su autorete, ma sapevo bene che la seconda parte della partita loro ci potevano mettere più pressione; per questo ho poi inserito Klaric per mettere più profondità. E’ la partita che avevo sognato“.
Una dedica per questa salvezza? “A mia madre, alla mia famiglia, a tutti gli agrigentini“.
Di Napoli ha poi voluto ringraziare tutti i collaborati dal medico sociale, ai magazzinieri, ai dirigenti e soprattutto i due presidenti: Silvio Alessi e Marcello Giavarini, e dulcis in fundo Peppino Tirri.
“Ho accettato di venire qui ad Agrigento grazie a Tirri. Ho sposato questo progetto che oggi è un grande progetto perchè il calcio andrà avanti e noi stiamo andando avanti; abbiamo in squadra i classe ’99 e 2000 e se la società è intelligente continua con un progetto: Sicuramente è una società intelligente. Oggi mi godo questo momento di felicità con la mia famiglia e la mia compagna. Domani è un altro giorno e sicuramente ci incontreremo con la società e vediamo se loro hanno intenzione di riconfermarmi e farmi rimanere qua. La mia priorità? E’ l’Akragas“.
Uno staff collaudato che potrà continuare con un progetto di crescita di un collettivo oggi invidiato e modello d’esempio per tutte le grandi società. Dimostrazione che il calcio “sano” può ancora rappresentare quel valore apicale da inculcare alle giovani generazioni.
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