Anche i comuni che hanno consegnato le reti potranno organizzarsi per una gestione diretta del servizio.
La legge prevede diversi adempimenti a carico della Regione e dei Comuni, in particolare entro sessanta giorni l’assessorato regionale deve delimitare i nuovi ambiti, chiamati assemblee idriche territoriali, queste a loro volta potranno articolarsi in sub ambiti secondo un piano di gestione che dovrà essere approvato entro sessanta giorni dall’Assessorato.
I comuni entro novanta giorni dovranno approvare una delibera consiliare in cui optino per un modello di gestione diretta che potrà svilupparsi su sub ambiti con lo strumento operativo del consorzio di enti locali.
Consapevoli dei tempi ristretti e delle difficoltà operative insite in una legge di prima applicazione, insieme ai comuni che in provincia condividono la gestione privata ci siamo incontrati la settimana scorsa per definire una linea comune di azione.
Nel frattempo abbiamo convocato l’assemblea del consorzio Tre Sorgenti, dove è emersa la volontà unanime di costituire un sub ambito che possa avere nel consorzio lo strumento operativo per la gestione diretta del servizio.
Occorrerà valutare se saranno necessarie modifiche statutarie, anche avvalendosi di esperti nel settore che potranno coadiuvarci anche nell’elaborazione dei passaggi amministrativi.
Oggi, insieme agli altri sindaci che sono sotto la gestione privata, abbiamo siglato un protocollo d’intesa che esprime la volontà di avvalersi della facoltà prevista dal comma 6, dell’art. 5 della Legge Regionale 11 Agosto 2015, n.19 e di sottoporre all’approvazione dei rispettivi Consigli Comunali, nei termini di legge (entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge), apposita proposta deliberativa per la definizione delle procedure per la gestione del servizio idrico integrato in forma diretta e pubblica, attraverso un’associazione di comuni così come previsto dal comma 7 dell’art. 4.
I Sindaci chiedono al governo regionale di procedere all’individuazione dell’assemblee idriche territoriali, le quali hanno anche la competenza per l’adozione dei provvedimenti di revoca dell’affidamento agli attuali gestori.
Sarà necessaria una circolare esplicativa che possa orientare i comuni in questo cammino.
La maggioranza politica che governa Racalmuto è in prima fila nel movimento per la gestione pubblica dell’acqua e continuerà a dare il proprio contributo e sostegno fino a quando l’obiettivo non sarà raggiunto.