Furto di energia elettrica, assolto empedoclino: non ha commesso il fatto
Un empedoclino A. S. che era stato imputato dell’accusa di furto di energia elettrica è stato assolto per non aver commesso il fatto.
I fatti per i quali A.S. era finito sotto processo risalgono all’agosto del 2012 quando, durante un sopralluogo gli operatori dell’Enel verificavano che la calotta del contatore di erogazione di energia elettrica dell’abitazione di proprietà dello stesso era stata aperta e dunque oggetto di manomissione.
Immediata, da parte di Enel, la segnalazione alla Procura della Repubblica e il conseguente procedimento penale.
L’indagato difeso dall’avvocato Vincenzo Mula (in foto), si opponeva al decreto penale di condanna e richiedeva il giudizio ordinario.
L’avvocato Mula, argomentando sulla mancanza dei presupposti di fatto e di diritto, ne chiedeva l’assoluzione sostenendo che l’apertura della calotta del contatore non provava il fatto che ci fosse stata sottrazione di energia elettrica e inoltre l’avvicendarsi di altri inquilini in quello stesso appartamento rendeva impossibile attribuire l’eventuale reato al suo assistito.
Anche il pubblico ministero, all’esito della fase istruttoria, ha chiesto l’assoluzione dell’imputato, ma con la formula meno ampia prevista dall’art. 530 secondo comma cpp, della mancanza o insufficienza della prova.
Il Giudice Maria Teresa Moretti del Tribunale di Agrigento, dopo essersi ritirato in camera di consiglio, con sentenza del 27.10.2016, ha invece accolto le conclusioni dell’Avv. Mula e pronunciato una sentenza di assoluzione dal reato di furto aggravato di energia elettrica per non avere commesso il fatto.