Un voto per acclamazione quello che ha confermato la Meloni alla guida del partito che si lancia così a quella che potremmo definire una “seconda fase”. Del simbolo resta solo la fiamma: niente più scritte MSI e Alleanza Nazionale.
“Da oggi – ha affermato Giorgia Meloni dal palco di Trieste – siamo noi a costruire la nostra storia, da qui lanciamo la sfida al governo“.
Dal Congresso, la Meloni ha lanciato anche messaggi nei confronti degli alleati, in primis a Forza Italia e alla Lega di Matteo Salvini: “Ci sono delle differenze – afferma la Meloni – sulle quali bisogna trovare delle sintesi. E anche oggi rivolgo un appello duplice. Un appello a Silvio Berlusconi a dire se è d’accordo con quella che noi chiamiamo clausola di supremazia, cioè che la costituzione italiana deve venire prima delle norme europee, di modo che sia possibile annullare leggi europee fatte contro i nostri interessi“.
Poi il messaggio a Matteo Salvini “chiedo se è disponibile a costruire insieme una riforma costituzionale che dica federalismo e presidenzialismo, una forma di federalismo patriottico”. Il messaggio di Giorgia Meloni alla coalizione è esplicito: “Diciamo che siamo disponibili a lavorare su una proposta vincente che si fonda sulla concretezza: prima gli italiani, coerenza delle scelte con la clausola anti inciucio con le due sinistre, onestà con liste pulite e un comitato che lavori su questo“.
Con lei anche tre senatori in arrivo (due ex forzisti e un ex Ap ndr). Fra i delegati al congresso nazionale anche una rappresentanza agrigentina composta da Costantino Ciulla, Calogero Drago, Domenico Incardona, Giovanni Mantese, Stefano Marrella, Antonio Mauro Migliaccio, Antonio Piazza e Calogero Pisano.
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