Lo scrivono in una lettera inviata ai Sindaci agrigentini e all’Istituto Autonomo Case Popolari, il segretario provinciale della CGIL, Massimo Raso e il segretario provinciale SUNIA, Floriana Bruccoleri.
“La somma a disposizione per i 10 Istituti Case Popolari ammonta a 41.957.652,65 euro e le proposte devono pervenire entro 90 giorni dalla pubblicazione della circolare.
Per la nostra provincia ci sono a disposizione 5.119.169,30 ed i comuni interessati a vario titolo, chiaramente elencati nella circolare, sono: Agrigento, Sciacca, Canicattì, Licata, Porto Empedocle. Questa è un’occasione che riteniamo molto importante, da non perdere assolutamente”.
“Oltre al potenziamento dell’offerta abitativa per categorie fragili si tratta anche di un’opportunità di lavoro interessante. Il decreto e la circolare presentano aspetti anche poco chiari quando precisano che si tratta di realizzare alloggi sociali che non sono una fattispecie diversa da quelli di ERP e la cui definizione è incerta.
A questo proposito riteniamo che si possa fare riferimento soprattutto per l’individuazione delle categorie sociali interessate al decreto regionale 5 dicembre del 2011″.
“Gli interventi dovranno riguardare immobili o terreni già nella disponibilità degli Iacp o nuove acquisizioni degli Istituti che possono anche chiedere che vengano loro affidati e concessi immobili pubblici di proprietà dei comuni.
Conveniamo che si tratta di una somma che non è sufficiente a far fronte a tutte le esigenze di recupero, ammodernamento e messa in sicurezza del patrimonio immobiliare pubblico, tuttavia il rischio è che – come in altre occasioni – che non si riescano nemmeno a cogliere per intero tutte le opportunità.
L’esiguità del tempo che rimane ci impone di correre e non abbiamo alcuna notizia di una iniziativa concertata tra IACP e i Comuni interessati”.
“Come CGIL SICILIA – scrivono i segretari di CGIL e SUNIA – chiederemo all’Assessorato uno slittamento dei tempi, tuttavia abbiamo bisogno di cogliere le opportunità che si presentano ed evitare che si perda 1 solo centesimo delle somme messe a disposizione.
Sarebbe utile che su questa questione e sull’insieme delle politiche abitative ci fosse un confronto pubblico tra IACP/Sindaci/Organizzazioni Sindacali e degli Inquilini, al fine di costruire insieme una mappatura aggiornata del disagio abitativo, dei problemi dell’abitare, delle questioni che si pongono nelle periferie urbane e nei centri storici.
Non sarebbe tollerabile che, di fronte ad una crisi dell’edilizia senza precedenti che ha visto più che dimezzare lavoratori ed imprese del settore, le Istituzioni che hanno il compito di utilizzare le risorse disponibili venissero meno al loro ruolo ed al loro dovere”, concludono Raso e Bruccoleri.