Fu una delle pagine più nere della storia che per anni di un becero oscurantismo politico fu negata e celata perfino alle giovani generazioni.
Solo nel 2005 con l’approvazione della legge n. 92 si riportò in vita il silenzio “omertoso” di una tragedia umana al pari dello sterminio perpetrato dal regime nazista nei confronti degli ebrei.
Le Foibe, non sono altro che delle cavità naturali create dalla natura carsica della terra. Vere e proprie “fosse” dove furono gettati i corpi, legati fra di loro con fili di ferro, di donne, uomini e bambini italiani di Istria, Fiume e Dalmazia.
Un eccidio a danno di quella popolazione che aveva come unica colpa, quella di trovarsi al centro di una disputa fra italiani e popoli slavi per il possesso delle terre dell’Adriatico orientale. Fu il maresciallo Tito, dopo l’occupazione di Trieste, a perpetrare un eccidio caratterizzato dall’odio e dall’intolleranza di un periodo storico da cancellare, ma da ricordare.
Veri campi di concentramento jugoslavi che furono parte di un progetto politico del maresciallo Tito, con un unico obiettivo: al termine della guerra bisognava spostarsi nelle terre di confine dell’Isonzo e sterminare tutti coloro che avrebbero potuto difendere il popolo italiano.
Con la legge 92/2004 fu ripristinata una triste verità storica che porto ad un dettato normativo atto a commemorare e ricordare le falsità storiche di quel triste periodo: “La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale “Giorno del ricordo” al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. Nella giornata […] sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. È altresì favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende. Tali iniziative sono, inoltre, volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell’Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all’estero“.