Sarà una festa sui generis quella di San Calogero di quest’anno: il Santo Nero, tanto amato dagli agrigentini, non potrà ricevere l’abbraccio della città.
Il Covid-19, infatti, come già accaduto per tutte le altre feste religiose e tradizioni popolari, impedisce i festeggiamenti creando grande dispiacere tra i fedeli che non possono così manifestare apertamente la propria devozione.
Così come comunicato lo scorso 27 giugno dal Rettore del Santuario San Calogero di Agrigento, don Giuseppe Veneziano, i festeggiamenti saranno soltanto liturgici, senza manifestazioni esterne, e si dovranno svolgere all’interno del Santuario.
L’inevitabile decisione è stata presa sulla base di una serie di disposizioni: le misure previste dal “Protocollo”, volte al contrasto dell’emergenza Covid-19, per la ripresa delle celebrazioni liturgiche con il popolo in vigore dal 18 maggio 2020; le disposizioni dell’Arcivescovo Card. Francesco Montenegro per l’Arcidiocesi di Agrigento; le disposizioni, per ragioni di sicurezza, da parte del Comune di Agrigento, che ha sospeso le manifestazioni esterne, comprese le processioni; le disposizioni del 23 giugno del Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal Prefetto Maria Rita Cocciufa.
Il Santuario, inoltre, resterà chiuso da venerdì 3 a domenica 12 luglio per evitare l’afflusso spontaneo dei fedeli. Le celebrazioni delle messe si terranno a porte chiuse con la sola presenza dei ministri incaricati e saranno trasmesse in diretta streaming sulla pagina Facebook di Radio Diocesana Concordia.
Per la tradizionale benedizione del pane, quest’anno, i fedeli dovranno rivolgersi ai parroci nelle singole parrocchie, perché non sarà possibile farlo nel Santuario; inoltre non si potranno raccogliere offerte in città.
Il servizio di ordine pubblico all’esterno del Santuario sarà assicurato con adeguati presidi delle Forze di Polizia e della Polizia Locale.
Dunque, quest’anno, la Festa di San Calogero, da sempre un tripudio di luci e colori, di suoni e di ritmi che rendono davvero coinvolgente l’intera manifestazione religiosa dove il folklore si accompagna al percorso di fede che segna ogni devoto, dove i tanti turisti che di solito accorrono ad Agrigento non possono non farsi coinvolgere dall’atmosfera speciale che si avverte, sarà mutilata e la città non potrà riscoprirsi immersa in una situazione straordinaria dove l’amore per il Santo Nero è palpabile.
San Calogero, giunto in Sicilia dalla Calcedonia, sua patria natia, per evangelizzare le genti e aiutare i bisognosi, si trovò a operare durante un periodo di peste, ma, non dandosi per vinto e fiducioso nell’opera di carità che stava conducendo, girava per le strade raccogliendo nel suo mantello il pane che le persone lanciavano dalle finestre per paura del contagio. Quest’anno, invece, causa Covid-19, dovrà, suo malgrado e paradossalmente, restare chiuso nel suo Santuario.
Denise Inguanta – Infoagrigento.it