Falsa testimonianza: Mangione (Cgil) a processo
Si terrà domani mattina l’ulteriore udienza dibattimentale che vede imputato l’ex segretario provinciale della Cgil Piero Mangione per il reato di falsa testimonianza.
Il sindacalista è stato rinviato a giudizio, dal Gup Alessandra Vella, il 27 giugno 2013.
A presiedere la seduta, fissata per domani 1 ottobre, sarà il giudice monocratico Luisa Turco.
La vicenda prende le mosse dal processo in cui Leonardo Guida, giornalista iscritto all’Ordine da quasi 34 anni, fu accusato di tentata estorsione proprio per le dichiarazioni di Mangione.
Guida fu tenuto 10 giorni nel carcere di Petrusa e dovette rimanere 10 mesi agli arresti domiciliari fino alla fine del procedimento a suo carico: Mangione, interrogato dal giudice Luisa Gatto, “si contraddisse per tre volte”, fornendo versioni sempre diverse fra loro .
Tanto che lo stesso giudice, al termine del processo, contestualmente alla sentenza trasmise gli atti alla Procura della Repubblica perchè valutasse la posizione di Pietro Mangione, il quale risultava evidente avesse fornito falsa testimonianza a carico del giornalista.
Nelle motivazioni della sentenza, il giudice Luisa Gatto scrisse che “per tabulas appariva chiaro fin dal 3 ottobre 2008 (un giorno dopo l’arresto di Guida) che Mangione avesse detto il falso”.
Mangione aveva, infatti, in una delle dichiarazioni rese avvalorato la convinzione che la discussione avvenuta il 2 ottobre 2008 in un contesto sindacale tra Guida e Giuseppe Contino, allora segretario della Funzione pubblica di Cgil (il primo chiedeva l’istituzione di un Dipartimento per gli Uffici stampa), vertesse sulla richiesta di un incarico remunerato: dichiarò che Guida sarebbe costato alla stessa Cgil lo stipendio mensile di 2.500 euro per svolgere la funzione di addetto stampa del sindacato.
Fatto del tutto irrealizzabile: Guida svolgeva già l’incarico di addetto stampa per l’Asp agrigentina (incarico che va svolto in regime di esclusività) e chiedeva l’istituzione del Dipartimento Uffici stampa in seno alla Cgil perchè l’attività giornalistica svolta fin dagli anni ’80 per l’Usl 1, prima, poi per l’Ausl 1 e , infine , per l’Asp 1, non aveva ancora avuto la giusta ratifica in ambito contrattuale e veniva a fasi alterne, con l’avvicendarsi dei vari direttori generali, disconosciuta.