Riceviamo e pubblichiamo dal blog di Piero Carbone, la vicenda relativa allo strano caso della Biblioteca di Racalmuto.
“Quando ho visto la porta “a vaniddruzza”, cioè socchiusa, ho subito pensato di non avere fatto il viaggio a vuoto perché il 5 agosto è probabile, anche se non opportuno, che una biblioteca sia chiusa per ferie o aperta con orario e personale ridotto. Non ho fatto in tempo a varcare la porta semiaperta perché subito sono stato avvertito dagli impiegati che la biblioteca era “chiusa”.
Vabbè che in Sicilia siamo abituati agli ossimori di cui l’Etna è l’emblema con quel cratere eruttante contornato di neve, ma le mie pupille avranno roteato dubbiose, sprizzando stupore, per l’essermi ritrovato al varco della porta (semi)aperta di una biblioteca “chiusa”.
Non c’è stato bisogno di parlare, di spiegare: mi è stata indicata la porta all’altezza dei miei occhi: mi sono appena girato sul lato destro e ho capito, la spiegazione era sicuramente contenuta nell’avviso attaccato sulla porta a vetro con lo scotch d’imballaggio. Una finezza semantica, come si vedrà.
Tutto chiaro? Manco per niente!
Quasi sei mesi di chiusura erano troppi. Per il riordino interno impiega meno tempo la Biblioteca centrale di Palermo che conta molti più libri e documenti, forse milioni.
Se riordino doveva essere, che ci facevano i libri dentro i sacchi neri che solitamente si usano per la spazzatura?
E non solo libri, immagino: probabilmente anche la tesi di laurea che avrei voluto consultare e che l’autrice mi aveva detto di averne fatto dono alla biblioteca per la consultazione, “Storia di Racalmuto dal 1943 al 1980”, discussa nell’anno accademico 1992-1993.
Ma anche quando si trovasse ancora in uno degli scaffali semivuoti, non avrei potuto consultarla ugualmente poiché la biblioteca era “chiusa”.
Non solo la suddetta tesi avrei voluto consultare, avrei ripreso volentieri tra le mani altri libri, avrei reiterato la domanda rivolta al personale della biblioteca ai primi di gennaio quando mi trovavo in paese per le vacanze natalizie.
La domanda sarebbe stata la seguente: sono stati catalogati i libri donati alla Biblioteca dai poeti nel raduno del 3 agosto 2014 al Castello Chiaramontano?
Donazione avvenuta ufficialmente dinanzi all’allora responsabile delle attività culturali del Castello Piero Baiamonte e del neo assessore alla Cultura Salvatore Picone.
Alla suddetta donazione, erano stati invitati i poeti ufficialmente in locandina e nei comunicati stampa.
Essendomi ritrovato tra gli organizzatori dell’evento “Poeti @ Racalmuto”, per correttezza volevo sincerarmi che l’iniziativa si fosse conclusa come previsto: purtroppo la domanda era stata posta con esito negativo nell’estate del 2015, i libri non venivano menzionati sul registro degli “ingressi” per la semplice ragione che la Biblioteca non li aveva mai ricevuti.
Auspicavo altresì che si fosse dato riscontro delle donazioni, ringraziando, magari con una lettera ufficiale e cordialissima come è capitato a me quando feci dono di alcune pubblicazioni alla biblioteca di Cianciana.
A questi miei rilievi e constatazioni probabilmente seguiranno risposte più o meno ufficiali e “pezze” giustificative e giustificatorie, anche se le giustificazioni tecnico-politiche lasciano il tempo che trovano rispetto ad una semplice prassi che si doveva rispettare.
Infine, riguardo all’inadempienza degli ultimi sei mesi, la risposta forse sta nello scotch con cui è stata affissa la delibera dietro la porta a vetri della biblioteca: che fosse un “segno” allusivo di indiretto messaggio?
Si spiegherebbe così il perché dei libri di letteratura per ragazzi sigillati dentro i sacchi della spazzatura.
In tutto questo, una consolazione vacanziera: meno male che d’estate si va al mare e si ricorre meno ai prestiti in biblioteca!
Tuttavia, si deve pur dire che le strade della cultura dovrebbero condurre ad una biblioteca aperta anche d’estate. Anche quelle degli Scrittori“.
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