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“Electro-FestiValle”: intervista a Francesco Salizzoni production director di “roBot Festival”

FestiValleC’è un forte legame che unisce “FestiValle”, il festival agrigentino di musica e arti digitali, al “roBot Festival”, la manifestazione internazionale dedicata alla musica elettronica e alle arti visuali che si svolge, ogni autunno, a Bologna: si chiama “Electro-FestiValle”.

Venerdì 10 e sabato 11 agosto prossimi, infatti, a partire dalle 23:00, “FestiValle” si sposta sulla spiaggia di San Leone, nei pressi del lido “Oceanomare”, per dare vita alla sezione dedicata, appunto, all’elettronica e alle nuove sonorità.

La manifestazione, dicevamo, è realizzata in collaborazione con il team di roBOt Festival. Del team bolognese abbiamo incontrato Francesco Salizzoni production director di roBot.

– FestiValle e roBot, una collaborazione che dura da due anni: due realtà diverse con un progetto comune?
Mi piace l’idea di creare una sorta di ponte tra l’Emilia Romagna e la Sicilia. Agrigento è un posto meraviglioso e sono orgoglioso di essere qua e di portare gli artisti di roBot festival.

– Chi sono i dj che animeranno le notti agrigentine?
Sono artisti internazionali bravissimi, capaci di reggere il pubblico e di mettere insieme una musica assolutamente non scontata. Sono tutti producer.

– Cosa significa?
Significa che non sono semplicemente dj che spingono un pulsante ma che producono musica. Uno spettacolo che catturerà il pubblico.

– Qualche anticipazione?
Tobi Neumann, dj berlinese di culto e nome storico della prestigiosa etichetta Cocoon di Sven Vath, produttore ma anche compositore di colonne sonore; il dj Marquis Hawkes, cresciuto a Londra e di base a Berlino, punto di riferimento del filone Jackin House, linee di basso funk ma anche influenze hip-hop, r’n’b, jazz, swing e disco. Ed ancora, gli italiani Fabrizio Mammarella, dj e producer, fondatore dell’etichetta Slow Motion Records insieme a Franz Scala, Marco Unzip, direttore Artistico di roBOt e la band I Casi, Nu Jazz, Funk, Electro.

– Artisti di assoluto prestigio. Ma gli agrigentini apprezzeranno?
L’idea è quella di proporre qualcosa di non scontato, non mordi e fuggi, ma un progetto che educhi il pubblico a sviluppare una conoscenza ed una sensibilità musicale.

– Quindi non un semplice concerto, ma un progetto a medio e lungo termine?
Un aspetto molto molto importante è, appunto, costruire, anno dopo anno, un pubblico colto che scopra cose nuove. Abbiamo l’ambizione di portare ad Agrigento artisti di fama internazionale. La Siclia ha la capacità di percepire e recepire queste cose; mi sento onorato di partecipare a questo festival e confrontarmi con una terra meravigliosa capace di offrire tantissimo sotto l’aspetto umano e culturale.

Luigi Mula