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Eco Museo del Giardino Botanico: i mandorli fioriti rinnovano il mito di Proserpina

Si rinnova il mito di Proserpina all’Eco Museo del Giardino Botanico del Libero Consorzio Comunale di Agrigento.

Da qualche giorno, infatti, un velo bianco ricopre le decine di alberi di mandorlo che crescono nell’antico giardino incastonato nella Valle dei Templi.
Un rituale che ogni anno annuncia il precoce arrivo della primavere che ad Agrigento culmina con la festa del Mandorlo in Fiore.

L’incontaminata bellezza dell’eco museo del Giardino Botanico è stata, anche, la protagonista di un servizio di Geo, la trasmissione di Rai 3 condotta da Sveva Sagramola e dal fotografo naturalista Emanuele Biggi. Il servizio della Rai è stato inserito all’interno della rubrica di Geo dal titolo :“Fai tesori d’Italia”.

Il Giardino Botanico, infatti, recentemente ha ottenuto un importante successo nella classifica nazionale del censimento “I Luoghi del Cuore”, promosso dal Fondo Ambiente Italiano, classificandosi al primo posto in provincia di Agrigento con 3911 voti e all’ottavo in Sicilia.
La bellezza naturalistica e paesaggistica dell’eco museo del Giardino Botanico affascina in ogni stagione.
Ma è, soprattutto, tra gennaio e febbraio, quando secondo la leggenda Proserpina figlia di Demetra torna sulla Terra a risvegliare la natura, che il Giardino si apprezza nell’interezza della sua bellezza.
Per parlare della coltivazione del mandorlo al suo interno bisogna fare un passo indietro fino alle origini di quello che oggi è un vero e proprio “polmone verde” della città.

Nell’area, originariamente adibita a colonia agricola degli ospiti dell’Ospedale Psichiatrico, vennero, infatti, piantumati decine di alberi di mandorlo. Oggi la coltivazione è stata implementata con la messa a dimora di specie autoctone di grande varietà (con qualche rarità, per esempio una varietà di “Cercis siliquastrum” o Albero di Giuda a fiori bianchi, e diversi esemplari ultrasecolari di essenze mediterranee), secondo un progetto coerente di sistemazione di un’area. La naturale scenografia del costone in calcarenite, che delimita l’area del giardino, la sua particolare posizione orografica e la sua vicinanza alla Valle dei Templi, ne determinano un particolare microclima e ne fanno un luogo magico che rimanda, appunto, al mito di Proserpina, la dea rapita che torna in primavera.

Secondo la mitologia classica greco – latina, Plutone, dio degli Inferi, vide la bella Proserpina, figlia della dea dell’abbondanza, Demetra, mentre passeggiava in un prato della Sicilia che raccoglieva fiori. Subito se ne innamorò e decise di rapirla. La portò con sè nell’Ade e la sposò.
Gli uomini si rivolsero a Giove chiedendogli di far tornare Proserpina. Quando Proserpina è sulla terra, Demetra è felice e cosparge la terra di fiori e di frutti.

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