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Salute

Disturbi gastrici da somatizzazione, diagnosi e cure: un luminare della gastroenterologia, risponde ai nostri quesiti

Oggi abbiamo il piacere di interloquire con uno dei migliori Gastroenterologi del nostro territorio; diamo il benvenuto al dr. Sebastiano Bonventre, primario del policlinico Paolo Giaccone di Palermo, per quanto concerne i problemi afferenti alla motilità intestinale.
Grazie Dr Bonventre, per aver accettato il nostro invito, per noi è motivo di orgoglio, poter avere delucidazioni da un medico che vanta una brillante carriera.
Dr Bonventre, iniziamo subito con un argomento molto richiesto dagli utenti, alquanto complicato e intricato: disturbi gastrici e somatizzazione.

1) Qual è la correlazione tra un disturbo gastrico da somatizzazione d’ansia?

La correlazione tra disturbi psichici, quindi sistema nervoso centrale e funzionalità digestiva, è molto complessa e presenta aspetti ad oggi ancora non ben definiti. Certamente ogni condizione cha altera l’omeostasi del nostro organismo, cioè il suo naturale equilibrio, può accompagnarsi a disordini funzionali, e non solo, dell’apparato digerente.

2) Quanto implica e invalida la vita del paziente un disturbo che sicuramente indurrà il paziente ad effettuare diversi esami clinici, senza inizialmente avere dei risultati efficaci, per ottenere una soluzione al disagio?

Allorchè si percepiscono abitualmente tratti del nostro organismo attraverso il dolore, il meteorismo, la ripienezza post-prandiale, le eruttazioni, la presenza di acidità, il vomito, l’alternanza tra stipsi e diarrea o la persistenza di uno di questi ultimi due sintomi, certamente la qualità della vita è compromessa. Esistono delle linee guida e degli algoritmi clinici ben precisi da seguire per la definizione dei corretti protocolli diagnostico- terapeutici, ma è vero che la voglia di liberarsi dei disturbi possa spingere molti soggetti ad eseguire molti esami clinici e strumentali che, se non adeguatamente finalizzati, risultano inutili il più delle volte. Per quanto tempo ciò possa durare dipende da quanto tempo si perde nell’affidarsi a specialisti del settore che creando le basi per giungere ad una corretta e precisa diagnosi patogenetica li guidino con pazienza verso uno specifico trattamento medico. La terapia è sempre adeguata purchè sia adeguata e corretta la diagnosi.

3) Quali sono le sintomatologie più comuni tra la gastrite e il sistema nervoso?
I sintomi sono molteplici e si possono condensare in una parola anglosassone difficilmente traducibile:discomfort digestivo.Cioè percezione abituale della presenza del nostro apparato digerente nelle sue differenti componenti che invece dovrebbe lavorare sotto silenzio. Per cui gonfiore addominale, sonnolenza post-prandiale, talora nausea o vomito, pirosi o acidità, alterazioni dell’alvo.

4) L’ambiente circostante può essere una causa scatenante?

L’ambiente ha un ruolo determinante nella nostra vita, sia se considerato come il luogo delle nostre relazioni in genere con tutte le problematiche sociali che ciò comporta, sia se considerato come il luogo fisico con tutte le questioni irrisolte relative ad inquinamento, mutamenti climatici, esposizione ad allergeni.

5) Il disturbo di reflusso gastrico che è di sicuro motivo di grandissimo disagio psichico, può essere curato senza l’intervento farmacologico?

Il reflusso gastroesofageo ha notoriamente una patogenesi multifattoriale ed alcuni dei fattori scatenanti ad oggi sono non del tutto noti. Il reflusso è il passaggio del contenuto gastrico, abitualmente acido cloridrico ed enzimi digestivi come la pepsina, in esofago. Di norma la pressione toracica, ove si trova l’esofago, è minore della pressione addominale per cui in assenza di un adeguato effetto barriera tra esofago e stomaco, il contenuto di quest’ultimo tenderebbe ad andare sempre in esofago.

Questa barriera genericamente localizzata nel cardias quindi è costituita da fattori fisici, neurormonali, muscolari e neurologici puri. Quando la barriera non funziona perché lo stomaco risale in torace (ernia iatale), i muscoli del cardias si rilasciano senza alcuna ragione o aumentiamo troppo la pressione addominale (obesità, pasti abbondanti e ricchi di grassi, eccesso di alcolici e di bevande gassate) si creano le condizioni favorenti il reflusso. Alcune di queste condizioni sono con tutta evidenza da affrontare senza specifica terapia farmacologica come il sovrappeso da trattare con diete specifiche, una adeguata educazione alimentare può evitare abnormi assunzioni di cibo in quantità ed in qualità. In alcuni casi come quando ci si trova di fronte a grosse ernie iatali serve la chirurgia. Ma nella stragrande maggioranza dei casi è il trattamento antisecretivo che guida la terapia medica del reflusso, terapia purtroppo solo sintomatica e non patogenetica: significa che funziona allorchè i farmaci vengono assunti ma si ritorna alle condizioni di base una volta terminato il ciclo. Anche qui quindi la necessità di essere seguiti da specialisti in materia che possano guidare i pazienti nel prevenire recidive dopo trattamento.

6) Tra le sue esperienze, vi sono stati casi, dove il paziente ha lamentato maggiormente il disturbo digestivo inerente all’intolleranza ad alimenti? Quali sono le cure più adatte?

Le intolleranze alimentari rappresentano oggi un capitolo importante nella patogenesi dei disordini funzionali digestivi, anzi rappresentano il confine tra le semplici alterazioni di tipo prevalentemente motorio e secretivo e le alterazioni indotte da aspetti infiammatori della mucosa dell’intero tratto digestivo. Bisogna riconoscerle, studiarle adeguatamente, individuare la tipologia di intolleranza e solo dopo sarà possibile indicare il percorso terapeutico più adeguato. Intolleranze al glutine ed al lattosio sono probabilmente le più comuni cause ma gli aspetti sono estremamente complessi e riguardano alterazioni della struttura della mucosa intestinale e della sua permeabilità, del microbiota residente, fattori genetici ed ambientali.

7) Scientificamente il colon è stato definito il “secondo cervello”, parlando di disturbi gastrici, quanto incide il sistema nervoso con il disturbo del colon irritabile o INFIAMMATORY BOWEL DISEASE (IBS)?

Il concetto di intestino stressato che trae origine da influenze del sistema nervoso centrale sulla struttura della parete intestinale è nota da tempo ma non ancora integralmente compresa. Intestino irritabile (IBS) e malattie infiammatorie intestinali (IBD) sono patologie profondamente differenti nella loro espressione conclamata ma una sovrapposizione sul piano sintomatologico certamente esiste.

Sul piano squisitamente clinico parliamo tuttavia di aspetti patologici molto diversi e con diversa prognosi ed evoluzione.

8) Cosa suggerisce ai nostri utenti in relazione all’atteggiamento più sano per evitare di somatizzare e ascoltare maggiormente il nostro corpo?

Molto banalmente direi di cercare di guardare il bicchiere sempre come mezzo pieno piuttosto che come mezzo vuoto a parita’ di contenuto. Di sicuro una alimentazione adeguata con prodotti genuini assunti nelle proporzioni corrette e di cui la nostra dieta mediterranea è espressione, non può che aiutare. D’altra parte alcuni disordini funzionali insorti comunque necessitano di supporto medico da ottenere sempre attraverso l’instaurazione di un rapporto di fiducia tra specialista e paziente per l’individuazione dei protocolli guida specifici per ogni singolo caso.

9)La colonscopia è l’esame migliore per diagnosticare qualsiasi patologia all’interno dell’apparato gastrico? Nei soggetti nervosi è complicato effettuare un esame diagnostico?
L’endoscopia è solo uno degli strumenti diagnosti ed operativi oggi a disposizione per lo studio prevalentemente della patologia organica digestiva. Direi quindi che non è affatto l’esame migliore per quanto riguarda la valutazione funzionale dell’apparato digerente, pur avendo non trascurabile importanza, che si avvale invece di studi manometrici, pH-impedenzometrici, sierologici, radiologici e persino scintigrafici. Rispondo all’ultimissima domanda con l’esperienza pluridecennale: non è mai difficile fare un esame in soggetto realmente sofferente perché la voglia di superare la sofferenza vince di solito su ogni paura. Quando ci sono ritrosie eccessive ad affrontare un esame invasivo spesso il disturbo trova ragioni diverse da ricercare magari nella sfera sociale. Semmai l’ansioso vero di esami ne vuol fare troppi e spesso non necessari.

Grazie Dr. Bonventre, per aver accettato la nostra intervista che sarà di sicuro utile a moltissimi utenti, poiché pare che la somatizzazione d’ansia e i disturbi gastrici siano correlati strettamente fra di loro, incidendo sullo stile e sulla qualità di vita del paziente.
Se avete qualsiasi tipo di disturbo, il Dr. Bonventre sarà sempre a disposizione dei pazienti, in primis con la Sua estrema umanità che ci ha dimostrato oggi e con un curriculum che è il biglietto da visita di chi effettua con dedizione il proprio lavoro.
Ad maiora semper!

Valentina Veziani