Dipendenti pubblici tra Stalking e caserma
Dal 13 gennaio scorso è entrato in vigore il Decreto Madia 206/2017 con il nuovo regolamento sulle visite fiscali dei dipendenti pubblici.
Le fasce di reperibilità rimangono quelle già presenti (9/13 e 15/18), e quindi ben più restrittive rispetto al lavoro privato, mentre le visite potranno essere effettuate con cadenza sistematica e ripetitiva, anche nei festivi e nel giorno di riposo settimanale.
“Praticamente: il lavoratore pubblico – afferma Aldo Mucci dell’USB Pubblico Impiego Federazione di Agrigento – può ricevere più visite fiscali durante lo stesso episodio di malattia certificato e più visite fiscali nella stessa giornata di malattia durante le fasce di reperibilità! Inoltre, non basta più avere un’invalidità riconosciuta per essere esenti dal controllo, ma viene introdotta la soglia minima del 67%. Ma ciò che rende ancor più indigesto tale decreto è l’introduzione delle fasce di reperibilità anche per l’infortunio sul lavoro che non rientra più, quindi, tra le cause che escludono i dipendenti pubblici dal controllo, riconosciute ora soltanto per la malattia professionale o causa di servizio”.
“Un decreto – continua Mucci – che va ben al di là della prevenzione e contrasto dell’assenteismo ma che si profila come vero e proprio stalking nei confronti dei lavoratori pubblici. Un decreto dettato dal furore ideologico contro i dipendenti pubblici, nei confronti dei quali da anni è in atto una battaglia la cui vera finalità consiste, in realtà, nello smantellamento dei servizi e di quel poco di welfare ancora rimasto in questo Paese. Un decreto odioso che insieme all’inasprimento delle norme disciplinari e al nuovo CCNL delle funzioni centrali, sancisce un’idea della Pubblica Amministrazione e dei suoi lavoratori più vicina ad una caserma che al luogo dove vengono erogati servizi pubblici essenziali come sanità, pensioni, istruzione, contrasto all’evasione fiscale, ecc”.
“L’USB continuerà a contrastare ogni deriva autoritaria e punitiva ai danni dei lavoratori pubblici: con le mobilitazioni e gli scioperi a difesa dei diritti e del salario, con la mancata firma al CCNL che peggiora le condizioni di vita e di lavoro dei dipendenti pubblici mortificando anche la loro dignità e soprattutto attraverso il voto alle prossime RSU”, conclude Aldo Mucci.