Dimissioni del Presidente della Fondazione Agrigento 2025, Carmina (M5S): “segno di lottizzazione della cultura da parte della politica”
“La pretesa delle dimissioni indotte di Giacomo Minio da Presidente della Fondazione Agrigento 2025 a seguito dei cortocircuiti che si sono susseguiti nell’ultimo anno, sia a livello politico, che tecnico organizzativo con tutte le polemiche del caso, appaiono espressione dell’incapacità della politica del centro destra di assumersi le proprie responsabilità”.
Lo afferma la deputata del Movimento 5 Stelle, Ida Carmina, che aggiunge: “Le dimissioni indotte del Presidente della Fondazione Agrigento 2025 appaiono il tentativo di trovare il capro espiatorio della serie di errori che, per la ribalta mediatica che hanno avuto, stanno compromettendo l’immagine di Agrigento. Così la politica di potere trova il modo più semplice per sottrarsi alle proprie responsabilità: tagliare qualche testa a prescindere se quanto accaduto sia o meno ascrivibile al soggetto rimosso. Il Prof. Giacomo Minio all’atto delle dimissioni è stato chiarissimo dichiarando che il Sindaco di Agrigento gli ha mi chiesto di fare un passo indietro per un avvicendamento politico, chiaramente imposto dal Governatore Schifani, che ha l’intenzione di inserire un uomo a lui gradito nel ruolo di Presidente dalla Fondazione, un gioco prettamente politico che nulla a che fare con una bocciatura sulla persona. Anzi Giacomo Minio, docente universitario, professionista competente e serio, vantava titoli e curricula indiscutibili ed era tra i membri dell’attuale CdA la persona che più di altri era titolata a rimanere nel proprio incarico. La verità è che il titolo di Agrigento Capitale della Cultura, lungi da essere onorato per la formidabile occasione di riscatto, qual è per la Città dei Templi e la Provincia agrigentina, ha innescato una guerra di potere, di spartizione di poltrone, all’interno del centrodestra siciliano, che nulla ha a che fare con il prestigioso riconoscimento. Si sta attuando, in realtà un commissariamento di fatto di Agrigento e del suo Sindaco, da parte del Governo Regionale. E la guerra di spartizione del Centro Destra ha prodotto una saga di ritardi e cortocircuiti che hanno esposto Agrigento al ludibrio, alla derisione in tuta Italia e nel contesto internazionale, di cui altri, più che il Prof. Minio, dovrebbero rendere conto. Agrigento è Capitale della Cultura, non della Sagra del Centro Destra ed averla ridotta a questo, averla fatta svilire e deridere, è una responsabilità gravissima che si sono assunti coloro che, invece di coinvolgere tutte le parti buone e propositive del vivace contesto agrigentino, si sono chiusi in un isolamento di danno alla comunità. Una cosa è certa: così facendo, per incomprensibili beghe di politica di basso profilo, si rischia di compromettere un’opportunità’ unica per la Città e la Provincia. E certamente preoccupante la logica sottesa alla richiesta di dimissioni del Prof. Giacomo Minio, a cui va la mia solidarietà ed il ringraziamento per ciò che ha fatto, in un contesto così problematico e castrante. Certamente confermiamo l’appello per una maggiore inclusività ed auspichiamo un cambio di passo sostanziale. Perché continuando così, Agrigento rischia di perdere un’opportunità irripetibile”.