Iniziate lo scorso 24 agosto con l’abbattimento di un muro di cinta a Poggio Muscello, le demolizioni non si sono fermate ed hanno anche visto l’intervento da parte di alcuni dei proprietari delle costruzioni che hanno provveduto ad abbattere “privatamente” i manufatti, anticipando così l’intervento delle ruspe della ditta Capobianco di Palma di Montechiaro che si è aggiudicata la gara d’appalto. Ben tre infatti sono state le costruzioni che ad oggi hanno visto l’intervento dei privati, quasi rassegnati all’idea di dover comunque “perdere” il bene “abusivo” di loro proprietà; nella fattispecie il manufatto di via degli Imperatori, la cucina del ristorante “Kokalos” e il magazzino di contrada Cugno Vela a Villaseta sono andate giù prima ancora che le ruspe della ditta incaricata mettesse in atto il piano d’intervento calendarizzato dal Comune di Agrigento.
Un fatto che per molti, ministro dell’Interno compreso, è stato visto come un vero cambiamento “culturale” all’interno di un profilo di legalità che rappresentano per Agrigento un’inversione di tendenza. Agrigento non più sinonimo d’abusivismo, ma della legalità.
Ma facciamo un passo indietro. Infatti, le demolizioni delle costruzioni abusive fino ad oggi hanno interessato solo manufatti non abitati: un muretto, qualche rudere, un magazzino e la cucina del succitato ristorante. Nessun intervento ha riguardato una “vera” abitazione; cosa che invece accadrà domani con la previsione della demolizione di una villetta abitata da un nucleo familiare di 5 persone a Maddalusa. Una demolizione, che sicuramente non sarà come le altre, vista la preannunciata volontà della famiglia proprietaria di non rassegnarsi e tentare il tutto per tutto per salvaguardare la propria abitazione.
Un fatto che si può facilmente intuire da ciò che è già stato comunicato dall’avvocato agrigentino Giuseppe Arnone che, insieme alla sua collega Daniela Principato, ha assunto l’incarico legale di difendere la famiglia Piraneo e verificare la regolarità delle procedure adottate dalla Procura e dal Comune di Agrigento. L’avvocato Arnone preannuncia di avere “studiato” le carte e aver predisposto un dettagliato esposto da inviare al procuratore generale presso la Corte d’Appello di Palermo, Roberto Scarpinato.
Domani è un altro giorno, e chissà come andrà a finire.
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