Debito da saldare per il testimone di giustizia Cutrò, la CGIL scrive alla banca: “bloccare la procedura”
“Credo che come me abbia letto l’incredibile vicenda che riguarda ancora una volta Ignazio Cutrò la cui serenità, già segnata dalla vicenda della scorta e della sua sicurezza personale, adesso viene messa in difficoltà da un atto di precetto della Vostra Banca, la Banca Popolare Sant’Angelo, che intima all’ex imprenditore di pagare un vecchio debito di circa 60 mila euro, oltre more ed interessi, entro e non oltre il 19 agosto prossimo”.
A scrivere alla direzione generale della Banca Popolare Sant’Angelo è il segretario provinciale della CGIL, Massimo Raso, che interviene così sulla vicenda del testimone di giustizia Ignazio Cutrò (in foto copertina), dopo l’atto di precetto ricevuto per il pagamento di un debito.
“Tutti in questa terra conosciamo la sua vicenda, credo sia chiaro e certificato da documenti ufficiali redatti di varie Istituzioni, che la chiusura dell’impresa edile di Cutrò è stata dovuta alla vicenda che hanno segnato tale azienda dopo le denunce per le estorsioni subite e coraggiosamente denunciate dal Cutrò”.
“Leggo – continua Raso – da un comunicato di Ignazio Cutrò che: ”grazie alla sensibilità dell’allora presidente della Banca, Nicolò Curella, il decreto ingiuntivo, alla luce del racconto delle mie vicende, era stato momentaneamente sospeso. Quattro anni dopo, nel novembre del 2017, torna a rivivere il decreto ingiuntivo per mano dell’avvocato Corrado Candiano, con il quale oltretutto ho avuto un incontro mostrando la documentazione trasmessa al Ministero. Nulla di ciò li ha bloccati, oggi è arrivato l’atto di precetto, che precede di dieci giorni il pignoramento forzato”. Ora mi chiedo e Le chiedo: che è successo? Perché la Banca Popolare S.Angelo ha cambiato idea? Perché accanirsi contro una persona che è diventato un simbolo di coraggio e dignità di questa terra? Perché non aspettare che il Ministero chiarisca la sua vicenda e gli riconosca quanto dovuto? La presente per chiederLe di bloccare questa procedura, di accordare al Cutrò quanto già sensibilmente disposto da UniCredit congelando il debito da loro vantato”.
“Chiediamo a tutti gli altri destinatari della presenza di far sentire la loro voce a sostegno di Ignazio Cutrò che riteniamo meriti questo segnale di attenzione e di sostegno. Leggere i suoi propositi suicidi, il suo scoramento e la sua disperazione sono un colpo al cuore! Non è possibile che le istituzioni, gli attori sociali, politici ed economici di questa provincia lo possano abbandonare in questo modo! Sarebbe un pessimo segnale ed un regalo inaspettato a quei poteri criminali che tengono sotto ricatto ancora tanta parte dell’economia che, invece, come Ignazio Cutrò, dovrebbe trovare il coraggio di ribellarsi e denunciare. Confidiamo nella Sua sensibilità”, conclude Massimo Raso.