Curiosità: l’avocado, un frutto preistorico oggi sulle nostre tavole
L’avocado è un frutto molto di moda, soprattutto per le sue proprietà salutari. Ma forse non tutti i consumatori sanno che si tratta di un frutto che arriva, quasi immodificato, dalla preistoria.
Quando si parla di quel periodo storico, si pensa ai dinosauri o ai grandi mammiferi ma insieme a loro c’era anche tutta una vegetazione particolare parte della quale si è completamente estinta…tranne l’avocado!
Mentre altre piante si sono evolute, proprio come gli animali, l’avocado è rimasto molto simile al sé stesso preistorico, rischiando così l’estinzione, cosa che è successa a molte altre piante della sua epoca.
Il problema risiede nel seme. Quest’ultimo, in genere, in qualsiasi altro frutto, è strutturato affinché venga mangiato dagli animali, perché loro dopo averlo mangiato lo defechino lontano, al fine di far crescere una nuova pianta garantendone così la sopravvivenza. Ma quale animale potrebbe far questo con un seme gigante tipo quello dell’avocado? Nessun animale di oggi, in realtà, ma solamente degli animali giganti preistorici, soprattutto rettili, che erano in grado di mangiare l’avocado in un boccone, lasciando integro il seme e permettendo alla pianta di riprodursi. L’estinzione dei grandi animali preistorici, però, ha fatto sì che l’avocado rimanesse senza coloro che garantivano la sua sopravvivenza; e i mammiferi odierni non possono aiutarlo perché, uomo a parte, l’avocado è velenoso per cani, gatti, bovini, cavalli, uccelli e in generale tutti gli animali domestici, che rischiano addirittura la morte se ne mangiano una certa quantità (per cui attenzione!). Questo ha contribuito a diffondere ancora meno la pianta, fin quando l’uomo è arrivato nel suo habitat di elezione, il sudamerica.
Le poche piante sopravvissute, sono state infatti trovate in alcuni punti dell’attuale Messico, dove la gente del luogo, intuendone le potenzialità lo ha coltivato fino a crearne nuovamente una popolazione numericamente valida, popolazione che sta crescendo in questi anni a causa di una richiesta mondiale aumentata tantissimo: il fatto che fosse commestibile per noi, quindi, è l’unica cosa che lo ha salvato dall’estinzione, e oggi abbiamo modo di mangiare quella che, a tutti gli effetti, è una pianta che arriva direttamente dalla preistoria.
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