Ad intervenire è il segretario provinciale della Cgil, Massimo Raso, e Matteo Lo Raso, che aggiungono:
“Il titolo è già tutto un programma “Sommerse dai debiti e poco produttivi: consorzi universitari in costante declino”.
E’ troppo pretendere un minimo di approfondimento? Quando, ad esempio, si parla di debiti non sarebbe serio chiedersi le ragioni di tale “indebitamento”? Il Consorzio di Agrigento viene preso come esempio di indebitamento, ma Giacinto Pipitone dovrebbe raccontarla tutta e specificare come si è prodotto questo debito.
Se lo avesse fatto anche minimamente scoprirebbe che il debito che effettivamente il CUPA ha nei confronti dell’Università di Palermo è figlio solo del mancato trasferimento di Regione ed ex-Provincia allo stesso: se tutto fosse andato avanti secondo le norme oggi non ci sarebbe nessun debito!”.
“I numeri delle iscrizioni scendono. Verissimo. Ma si omette di dire che è da 2 anni che il CUPA è condannata in questa condizione di incertezza che non la rende attraente ed, in più, è stata scippata dei Corsi di Laurea in Giurisprudenza, Architettura e Beni Culturali. Pertanto, ha un bel dire il Rettore Fabrizio Micari quando dice che i Corsi debbono essere legati alle specificità territoriali, ma proprio sotto la sua gestione il CUPA si è visto scippare proprio il Corso di Laurea in Beni Archeologici e quello sul Turismo, si legge nello stesso articolo, è stato fatto a Trapani. Semmai saremo curiosi di sapere cosa ha fatto l’Università di Palermo con i 50.000.000,00 ( cinquantantamilioni) di euro, che ha ricevuto dal Miur come Fondo di Finanziamento ordinario ( Decreto interministeriale 893 del 9 Dicembre 2014) per il sostegno dell’ attività accademica agrigentina per i servizi agli studenti”.
“Il tema della “governance” non è indifferente, comprendiamo che le Università vogliano appropriarsi completamente di queste strutture per farle diventare delle loro “depandance” ma questo contraddice esattamente lo spirito con il quale sono nati i Consorzi Univesritari. Apprendiamo che si sta decidendo di “stralciare” le norme sui Consorzi Universitari per spostare la questione su un collegato. Ci auguriamo sia l’occasione per fare una “operazione verità e chiarezza” sull’intera questione e vorremmo che la parte agrigentina di Governo e di ARS dica con chiarezza come immaginano il futuro del CUPA. Ci sono 15 dipendenti e circa 2000 famiglie agrigentine che vorrebbero saperlo ed altre che debbono decidere se iscrivere altrove i propri figli.
Il “Giornale di Sicilia” la smetta di fare la claque al Governo e ai Rettori e se vuole occuparsi di Consorzi lo faccia dicendo tutta la verità, per favore!”, concludono Raso e Lo Raso.