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Regioni ed Enti Locali

CSPA: bene l’assunzione dei medici stranieri ma rivedere anche la macchina organizzativa aziendale

Il Cartello Sociale di Agrigento interviene sulla notizia relativa all’assunzione di 100 medici italo-argentini e sulla nota dell’Ordine dei medici della provincia.

“L’immissione in servizio di 100 medici argentini di origine italiana, interessati a lavorare in Sicilia, può essere una soluzione per ovviare, in un momento caldo sotto tutti i punti di vista, ai vistosi buchi nella dotazione organica dell’Asp di Agrigento. Si tratta, sempre che l’operazione vada a buon fine, di una soluzione temporanea tenuto conto che il personale medico in questione verrebbe reclutato attraverso una società fornitrice di lavoro interinale, e quindi assunto a tempo determinato.
Certo che parlare di svolta, come fanno i vertici dell’Asp, sembra più un eccesso di enfasi che una professione di ottimismo. Anche perché, al di la di queste scelte, che non vanno viste negativamente, bisogna capire le ragioni che spingono i medici ad abbandonare il proprio posto di lavoro, come si può registrare quasi quotidianamente. Di contro non si può che condividere quanto dichiara l’Ordine dei Medici della provincia di Agrigento a proposito dei tagli a monte del nostro sistema sanitario che nel tempo ne hanno amputato non solo le schiere di professionisti ma, ricordiamo, perfino i posti letto. Come non si può non condividere anche il passaggio della nota dove si legge che l Covid-19, nel 2020, ha posto la questione nella maniera più drammatica accendendo la flebile fiammella della speranza che vuole la sanità in capo all’agenda politica, senza colore, senza distinzioni ma nel solo interesse dei cittadini, per rendersi contro tre anni dopo, che ben poco abbiamo appreso dalla pandemia. E ancora, si legge nella nota, che con il passare del tempo, di fronte all’inerzia di chi ci governa, la sanità è arrivata a un punto morto: mancano i medici e i pochi ancora in servizio negli ospedali, presentano le dimissioni per dedicarsi alla Medicina del territorio dove la remunerazione è pressoché invariata ma il carico di fatica e responsabilità è senz’altro minore. Ci sentiamo, inoltre, di accogliere anche la p arte finale della nota per condividere l’esortazione che invita a rivedere la macchina organizzativa aziendale per apportare ritocchi utili al suo buon funzionamento e attuare i più efficaci interventi al piano sanitario da parte del Governo regionale. In questo senso siamo, comunque, anche noi convinti, che non si può ignorare il fatto che il problema sia legato a doppio filo con il Governo centrale al quale competono l’erogazione dei servizi sanitari e la salute pubblica che è un diritto insopprimibile dei cittadini”.