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Covid, l’appello dell’ex Sindaco di Agrigento Lillo Firetto

“Dispositivi di protezione individuale più adeguati per medici e operatori sanitari dei reparti non Covid dell’ospedale di Agrigento.”

“Servirebbero i DPI e le mascherine FFP2 per tutto il personale. Mi giungono dal San Giovanni di Dio notizie di una situazione molto impegnativa. Il personale dei reparti non Covid a quanto mi si dice provvede autonomamente all’acquisto delle mascherine FFP2. I dispositivi di protezione sono destinati al personale in area Covid, ma è necessario proteggere tutti anche negli altri reparti in cui la positività può essere riscontrata anche in pazienti con un primo tampone negativo e pertanto ricoverati. Starebbe già accadendo quel che era stato previsto, ovvero sarebbero positivi alcuni operatori sanitari e alcuni pazienti in diversi reparti non Covid. La degenza Covid avrebbe toccato i 30 ricoveri, con un limite che era stato fissato a 28. Il personale è sovraccaricato di turni. Con l’ampliamento a 80 posti Covid l’organizzazione sanitaria, già deficitaria e in ritardo, conferma la sottovalutazione nella gestione dell’attuale emergenza. Si insegue l’insorgenza di nuovi casi e invece era necessario programmare per tempo.
Si sta verificando quel che già a marzo si temeva: che il San Giovanni di Dio potesse diventare un enorme ospedale Covid.
La normalità per chi gestisce la Sanità ad Agrigento è questo caos accertato in cui ci si consola con il collasso già registrato in altri ospedali siciliani. Gli agrigentini meritano di conoscere la verità. Si abbia il coraggio di ammettere come stanno le cose. Si dica con quale personale s’intende ampliare le degenze Covid di altri 60 posti. Si renda nota la situazione delle terapie intensive Covid e non Covid. Si dica con quali tempi, modi e mezzi s’intende affrontare i prossimi mesi. Si ammetta che i medici rianimatori sono costretti a operare ad Agrigento e in altri ospedali con pazienti Covid e non Covid facendo salti mortali. Si dica se è vero che la Rianimazione è quasi al limite. L’effetto sorpresa di questa emergenza è ampiamente trascorso. Operatori, pazienti, familiari dei degenti e cittadini hanno il diritto di sapere”.