Covid-19, i matrimoni sospesi e il business nozze che va a picco – VIDEO
“Questo matrimonio non s’ha da fare”: non è una minaccia di manzoniana memoria, ma l’imperativo quasi categorico del decreto sul coronavirus del 4 marzo, che ha sospeso manifestazioni ed eventi che comportano affollamento di persone senza la garanzia della distanza di sicurezza.
Risultato? In Italia, tra marzo e aprile di quest’anno, sono stati cancellati 17.000 matrimoni e altri 50.000 dovrebbero essere rinviati a maggio e giugno. A rischio un business di circa 40 miliardi di euro l’anno, tra abiti, arredi, bomboniere, fiori e servizi vari. Dice Manuela Tanno, stilista e titolare di ‘Manuela Atelier: “Avevo previsto un 2020 molto positivo.E cominciato bene, siamo stati colti di sorpresa dal virus. Avevo molti clienti, forse ho anche venduto (sulla carta) molti più vestiti degli altri anni, ma sono rimasti tutti nei nostri magazzini” Secondo Assoeventi, l’associazione che studia il settore per la principale lobby industriale italiana, Confindustria, il comparto matrimoni registra un calo tra l’80 e il 100%.
Solo sugli abiti da sposa, il danno è totale: con un prezzo medio di 2.000-2.500 euro, ogni capo invenduto è una voce in perdita. “In termini di quantità, vivendo in una regione come la nostra (il Molise), stiamo parlando di 90, 95, 100 abiti a stagione: è stata una grande perdita, sarà una grande perdita”, spiega Michela Fagnano, titolare di Vogue Spose. Ma, nel giorno posticipato dei ‘fiori d’arancio’ , è proprio il comparto fiori a subire un altro grave danno. Nel 2018 i fiorai italiani hanno fatturato 5 miliardi, provenienti per la maggior parte dagli oltre 195.000 matrimoni celebrati. Esistono poi 700 aziende italiane, tra piccole e medie, che producono bomboniere, con circa 6000 punti vendita sparsi su tutto il territorio nazionale, con un fatturato di circa 800 milioni di euro, con un’occupazione a circa 30mila persone.
Mentre i fotografi fatturano, ogni anno, circa 400 milioni di euro, unicamente grazie al settore wedding. Sempre secondo Assoeventi, molte coppie hanno deciso di rimandare il giorno più bello al 2021: poco male sul fronte del sì per la vita, un tracollo per il settore, che stima una diminuzione degli affari pari 26 miliardi di euro.
Fonte Euronews