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Coronavirus, Sicilia in “zona arancione”. Firetto: “colpo gravissimo per la nostra economia”

“L’economia siciliana è in ginocchio. L’incapacità della Regione nell’approntare i posti Covid necessari ha costretto il governo centrale a rendere la nostra isola zona arancione”.

Lo ha scritto il già Sindaco di Agrigento Lillo Firetto dopo la notizia sull’inserimento della Sicilia nella “zona arancione” a seguito delle nuove misure (in vigore da oggi 6 novembre) disposte dal governo nazionale.

“È un colpo gravissimo per la nostra economia – tuona Firetto -. La Sicilia è una regione a rischio medio-alto non perché ha più casi di altre regioni, ma perché sono stati realizzati pochi posti Covid negli ospedali. Confermano tale rischio anche l’indice di contagio Rt, il numero dei focolai accertati, la saturazione delle terapie intensive dedicate all’emergenza Covid. I Pronto Soccorso sono pieni, i reparti Covid sono pieni, le terapie intensive sono piene. Ai Medici di Medicina Generale viene richiesto di eseguire i tamponi nel loro ambulatorio. Tutto questo poteva essere previsto e doveva essere evitato”.

“Il Presidente della Regione non confonda le acque. Non alzi la voce adesso che è troppo tardi. La Sicilia ha una sola certezza: è già bellissima, lo è sempre stata, ma diventerà poverissima e le responsabilità non stanno a Roma. Stanno in chi ha governato la Sanità siciliana. La Sicilia è “zona arancione” e questo da ieri ci fa sentire tutti meno sicuri in piena emergenza sanitaria ed economica. In estate il nostro Governo regionale era impegnatissimo in altro. Intanto chi continuava a invitare alla prudenza era tacciato di allarmismo. Così sono trascorsi i mesi: alimentando il negazionismo e il disfattismo. Tutto fa brodo per questa politica di Governo regionale, ma ora i nodi vengono al pettine. Sostengono pure che sono pronti ad aiutare l’economia di chi non può più riaprire dopo questo ennesimo shock. Con quali risorse pensano di risarcire chi ha finito di sperare? L’estate è finita, Presidente, e invece di studiare interventi strutturali sugli ospedali e sul territorio e di programmare l’incremento delle risorse umane e professionali idonee, siete costretti a far chiudere le attività e a limitare i nostri spostamenti per non farci morire di Covid”.

“La situazione non è così grave negli ospedali, dice, non ci sono i numeri della Puglia? Per favore, Presidente ascolti il personale dei reparti Covid e poi ci spieghi come intende porre rimedio alla disperazione di chi opera in condizioni disumane e come vuole prevenire il collasso della sanità siciliana. Spieghi come ad Agrigento si stia lavorando per annullare la funzionalità di un ospedale che essendo monoblocco limita molto i cittadini nel ricorrere a qualunque cura”, conclude Firetto.