Grande partecipazione e un lungo dibattito sul sostegno della Regione per lo sviluppo dell’agricoltura hanno caratterizzato il convegno “Biodistretto come modello partecipativo di Governance” tenutosi a Santa Elisabetta nella nuova sede del rinnovato palazzo di Vicolo Maio, rigenerato dal Comune. “Il biodistretto è uno strumento importante perché traduce le istanze dal basso in singoli progetti concreti” sono le parole di Giuseppe Dimino, dirigente dell’assessorato regionale dell’Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea al termine della conferenza organizzato dall’Ats “Bio&Slow” e patrocinato dall’Ordine degli Agronomi e dei Dottori Forestali di Agrigento, dal distretto del cibo Bio Slow Pane e Olio e dalla rete dei distretti Bio Slow, è organizzato nell’ambito del progetto di cooperazione finanziato con fondi del PSR Sicilia 2014/2020 Misura 16.3, (cooperazione tra piccoli operatori per organizzare processi di lavoro in comune e condividere impianti e risorse). “Noi come Regione facciamo la nostra parte, abbiamo messo a disposizione il Psr per facilitare questo percorso – ha spiegato Dimino – L’agricoltore deve conoscere per agire e serve anche grande professionalità nei diversi settori: questo percorso va fatto con le giuste competenze. Il limite della Sicilia è stato quello di camminare da soli, oggi per raggiungere obiettivi importanti bisogna fare rete e sinergia e bisogna pensare al rapporto dell’agricoltura anche con l’artigianato e con il turismo perché la Sicilia ha tante risorse e, se messe in rete, possono dare un contributo importante all’economia dell’isola”. Ad aprire la conferenza, moderata dal giornalista Alan David Scifo, è stato Salvatore Ciulla, capofila Ats “Bio&Slow” e presidente Distretto del cibo BioSlow Pane e olio. “È stato un convegno partecipato e un confronto costruttivo tra i vari soggetti che ruotano attorno all’agricoltura biologica, dal distretto del Valdarno alle importanti istituzioni come la consulta nazionale del cibo, oltre ai dirigenti della Regione. I biodistretti sono stati inseriti nella legislazione nazionale (legge sul biologico dello scorso marzo) e occorre adesso rimboccarsi le maniche e lavorare per costruire modelli partecipativi che partano dal basso per uno sviluppo sostenibile di questo territorio”. All’incontro ha partecipato anche il sindaco di Santa Elisabetta Mimmo Gueli: “La nostra comunità guarda alle prospettive di futuro ecosostenibile e questo convegno è un primo passo verso questa direzione – ha detto – Il tema della governance dei territori è centrale per lo sviluppo del territorio. Abbiamo parlato del tema centrale che è quello dell’utilizzazione in campo alimentare del biologico, occorre ritrovare sul territorio note di sviluppo sul tema dell’agricoltura e della sostenibilità ambientale”. Di progetti legati alla sostenibilità nei comuni hanno parlato anche il vicesindaco di Favara Antonio Liotta, Carlo Greco, vicesindaco del comune di Marineo, che hanno trattato i progetti intrapresi dei due comuni in tema di transizione ecologica e agricoltura. Successivamente hanno esposto le loro relazioni Giuseppe Scarito, che coordinatore del progetto Bio&slow e Lillo Alaimo Di Loro, neo presidente di Italia Bio, oltre a Luca Fabbri, del distretto rurale del Valdarno superiore distretto del cibo riconosciuto dalla Regione Toscana, che ha parlato dell’esperienza della sua regione, Ignazio Garau, vicepresidente della Consulta nazionale dei distretti del cibo e Maria Giberto, bioeticista e docente.