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Regioni ed Enti Locali

Contrazione oraria del personale impiegato nell’emergenza Covid-19: le precisazioni del commissario ASP Mario Zappia

Il commissario straordinario dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento, Mario Zappia, interviene a margine delle perplessità evidenziate a mezzo stampa dal vice presidente della Commissione Sanità all’ARS, Carmelo Pullara, in merito alla riduzione oraria del personale impiegato nell’emergenza covid-19, esprimendo alcune precisazioni:
“il richiamato provvedimento di contrazione oraria fa riferimento un monitoraggio continuo dell’operato degli operatori nella gestione covid-19. In considerazione del fatto che il numero di vaccinazioni settimanali è sceso, su base provinciale, al di sotto delle mille somministrazioni e che anche la quantità di tamponi eseguiti è calata considerevolmente, non appare giustificato mantenere lo stesso impegno orario dei lavoratori. Ovviamente nessuno sta dicendo che il personale ‘andrà a casa’ ma è ovvio che l’impiego va sempre commisurato alla reale necessità. Se qualcuno ritiene – continua il commissario Zappia – che gli ‘operatori covid’ possano essere impiegati in ambiti ‘non covid’, dico subito che diverse circolari dell’Assessorato regionale della Salute e di vari organi di vigilanza raccomandano chiaramente di non procedere lungo questa direzione lavoro visto che un ‘utilizzo improprio’ del personale sarebbe oggetto di opportune obiezioni da parte della Corte dei Conti. I lavoratori sanno bene peraltro che, dal prossimo primo luglio, verrà portato avanti l’iter di stabilizzazione per cui risulta difficile capire quale sia il danno di aver commisurato, come imposto dalla legge, l’impegno orario all’effettivo lavoro da svolgere. Ovviamente – conclude Zappia – così come previsto dalla dotazione organica, se al mutare delle condizioni dovessimo ritenere necessario un impegno maggiore siamo sempre in grado di tornare ad aumentare le ore d’impiego del personale. Si tratta di normale amministrazione e di una programmazione a contrasto della crisi epidemiologica basata sul reale fabbisogno”.