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Continua stato di agitazione degli operatori ecologici di Canicattì, Uil: “si proceda a pagare le mensilità”

La Uil di Agrigento interviene con Gero Acquisto e Nino Stella, sul tema del servizio di igiene ambientale nella città di Canicattì, con i soliti problemi che subiscono i lavoratori del cantiere, che ad oggi non hanno percepito gli stipendi di ottobre e novembre e finora non c’è alcuno sblocco concreto per i pagamenti.

“Lo stato di agitazione continua – dicono i due sindacalisti – fino a quando non si avranno rassicurazioni concrete per il pagamento degli arretrati agli operatori ecologici dell’Ati Sea-Iseda-Ecoin.
Lo sciopero di giorno 3 dicembre, che ha visto la partecipazione di tutti i lavoratori del comparto, non ha visto finora delle risposte sul pagamento degli stipendi da parte dell’amministrazione. A questi problemi ancora insoluti si aggiungono dei precedenti per i lavoratori a livello economico con Dedalo Ambiente e la Srr vedi il Tfr: mancata busta paga di chiusura e il premio produttività (cifre non di poco conto). Finora abbiamo assistito a una superficialità da parte dell’amministrazione comunale a far rientrare il problema e quindi a garantire la serenità economica ai lavoratori; altro che rintanarsi sui 60 giorni contrattuali, perché con i lavoratori non si può fare melina.
La Uil a questo punto chiede un incontro urgente con l’amministrazione comunale e l’Ati, cioè le ditte che hanno in appalto il servizio, per dirimere ogni discussione fumosa e trovando finalmente i fondi per pagare immediatamente i lavoratori. Proprio a ridosso di Natale, i lavoratori non possono ulteriormente attendere perché hanno bisogno il normale e naturale corrispettivo degli stipendi pagati come qualsiasi altro lavoratore canicattinese. Fra una settimana chiude la tesoreria comunale e per questo noi proseguiamo assieme ai lavoratori lo stato di agitazione per addivenire alla soluzione richiesta. Non permetteremo che, ancora una volta come da refrain, i lavoratori siano l’anello debole del sistema e subire questi ritardi. Scaricare eventuali disservizi sui lavoratori fa comodo al sistema e invece poi non si riescono ad onorare gli impegni assunti e sottoscritti tra le parti (che sono a garanzia di tutti e poi vengono maldestramente reinterpretati), incuranti del danno che si fanno ai lavoratori.”