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Confindustria Sicilia: ritorno al passato. Torna a chiamarsi “Sicindustria”

Restiling di Confindustria in Sicilia. Vuoi per scrollarsi di dosso le polemiche, vuoi per rilanciare l’associazione ecco che Montante, Lo Bello e company, iniziano il “restauro” a partire dal nome.

Un restauro però che torna alle origini visto che l’associazione degli imprenditori si chiamerà “Sicindustria” così come deciso dato dal suo padre fondatore Mimì La Cavera.

Un ritorno al passato annunciato dal presidente della Confindustria siciliana, Antonello Montante (in foto), proprio nel giorno della consegna del premio “Mimì La Cavera”, alla sua prima edizione. Il cambio di denominazione è già stato deliberato. “Perché non possiamo che ricominciare da qui. Da Mimì. Dalla sua lungimiranza. Dalla sua capacità di tenere fisso lo sguardo sul futuro. Fino alla fine”, ha detto Montante nel suo intervento. “Non è possibile assistere, in un momento come questo, a scontri politici, a ripicche, a giochi di potere. C’è un tempo per tutto. E questo è il momento di rimboccarsi le maniche e lavorare”. “Rimettiamo le imprese al centro del dibattito – ha aggiunto – Ridiamo luce al tessuto economico di quest’isola fatto di piccole e medie imprese, così come lo immaginava Mimì La Cavera, che, prima di ogni altro, aveva intuito che lo sviluppo passa dalla manifattura, spina dorsale di ogni economia. E quindi trasformiamo la Sicilia da terra di consumo a terra di produzione”.

Ma per far crescere la manifattura”, ha detto ancora Montante, “bisogna costruire un ecosistema basato sull’innovazione e definire una politica economica senza più rendite sul fronte della finanza pubblica. In una sola parola, un mercato normale”.

Per il presidente di Confindustria “è necessario definire le aree di industrializzazione, i settori sui quali investire (dall’agroindustria al turismo e beni culturali, dall’energia ai servizi, dalle infrastrutture all’Ict)”. “Insomma, l’industria 4.0 – ha proseguito – E ad ogni voce dovrà seguire un piano progettuale che individui governance, risorse, tempistica e procedure trasparenti”. Ma non solo.

“Penso, infatti, che un governo che voglia davvero puntare sullo sviluppo – ha insistito – dovrebbe almeno una volta al mese confrontarsi con i principali investitori per avere chiaro il quadro congiunturale e capire le difficoltà reali che le imprese incontrano. La grande differenza la potrà fare, allora, la capacità della classe dirigente politica e imprenditoriale di questa Regione di guardare al futuro con la stessa visione strategica e con la stessa passione di Mimì e dei suoi compagni di viaggio”, ha concluso.

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