Concorsi pubblici, dalla direzione siciliana del Pd allarme per l’emendamento Meloni
“Mi dissocio da questa proposta e lavoreremo insieme affinché venga soppresso l’emendamento al disegno di legge della Pubblica Amministrazione. Il merito non si tocca“.
A dirlo è il deputato nazionale del Pd Antinino Moscatt (in foto) insieme a Magda Culotta e Franco Ribaudo che, assieme al segretario regionale Fausto Raciti, riuniti per la direzione siciliana del partito all’Hotel delle Palme di Palermo, si oppongono e prendono le distanze dall’emendamento presentato dal collega Marco Meloni alla Camera. Approvato lo scorso giovedì, l’emendamento prevede “il superamento del mero voto minimo di laurea quale requisito per l’accesso nei concorsi pubblici” e “la possibilità di valutarlo in rapporto ai fattori inerenti all’istituzione che lo ha assegnato”. “Non condividiamo – affermano gli esponenti siciliani del Pd – lo spirito di questo emendamento perché non fa altro che amplificare il divario tra nord e sud del Paese, adesso anche a livello universitario”.
A Moscatt, intervenuto anche alla direzione regionale contro l’emendamento Meloni, fa eco la collega Liliana Ventricelli che si unisce alla protesta dei Dem siciliani: “la riformulazione dell emendamento – aggiunge la deputata pugliese – prevede una grossa
stortura: un conto è l’abolizione del voto minimo di laurea per la partecipazione ai concorsi pubblici, altro è l’introduzione di un criterio che differenzia gli atenei in base a fattori inerenti all’istituzione”. “Accogliamo la volontà del Ministro Marianna Madia – concludono i deputati Dem – di ritirare l’emendamento in questione e vigileremo affinché si evitino ingiustizie assurde”.