“C’è una grande carenza di storici dell’arte presso le soprintendenze siciliane, mentre una gran parte dei nuovi restauratori assunti dalla Regione non possiede l’attestato di restauratore rilasciato dal MIC il 12/01/2021”. Lo ha detto Giovanna Comes, presidente della Cna Sicilia Restauratori, in occasione della quarta edizione di “Conversazione d’arte in Sicilia giornate di studio sulla pittura del Seicento”, tenutasi mercoledì scorso a Messina presso l’ex Cappella del Buon Pastore. L’incontro, organizzato dalla Soprintendenza dei beni culturali di Messina, in collaborazione con la Cna Sicilia, fa parte di un ciclo di tre giornate di studio nate con la finalità di far conoscere i risultati dell’attività di studio e ricerca dei beni culturali siciliani. A tal proposito sono stati coinvolti specialisti del settore del Museo di Messina, del Polo Museale di Catania e delle Soprintendenze di Enna, Agrigento e Catania.
“Poiché è necessario – afferma Mirella Vinci, soprintendente per i Beni culturali e ambientali di Messina – che alle conferenze segua la pubblicazione degli atti, quest’anno è stato provvidenziale il sostegno assicurato dalla Cna siciliana di cui fanno parte molti dei restauratori, anche perché è sempre molto difficile all’interno dell’Assessorato dei beni culturali riuscire ad avere dei finanziamenti. Ma per fortuna la passione che accomuna gli operatori della Cna con gli operatori dei beni culturali ha permesso di non interrompere la continuità del progetto”.
Le tre edizioni precedenti, infatti, hanno usufruito di un capitolo di spesa predisposto dal Dipartimento a sostegno della didattica. Capitolo che dallo scorso anno non è stato rinnovato.
“Il progetto – ha continuato la Vinci – ha ricevuto apprezzamenti anche da parte del dott. Andrea De Pasquale, del Ministero dei beni culturali, poiché non ha pari né in Sicilia né in tutto il territorio nazionale”.