Com’è cambiato il mercato del lavoro in Italia tra innovazioni e futuro
Il tasso di occupazione in Italia è arrivato a superare la soglia del 61%. Invece, il tasso di disoccupazione tocca il 7%, con quello giovanile che è pari al 21,9%. Però, gli ultimi dati Istat confermano che il numero degli occupati nel terzo trimestre del 2023 ha toccato un record, con ben 23,6 milioni di italiano che hanno un’occupazione e le imprese che si affidano sempre meno alla cassa integrazione.
La fascia d’età che conta più occupati è quella degli ultracinquantenni, con una crescita del 440% nell’occupazione di chi ha fino a 64 anni e del 72% per i lavoratori tra i 65 e gli 89 anni. Invece, cala l’occupazione della fascia 35-49 con ben 111mila occupati in meno rispetto al 2022. Per quanto riguarda il tipo di contratto, tra i lavoratori ultracinquantenni aumenta il contratto a tempo indeterminato e anche la fascia dei lavoratori indipendenti. Inoltre, aumenta l’occupazione (+1,5%) per i laureati mentre diminuisce lievemente (-0,2%) per chi ha la licenza media.
Tutti questi dati mostrano come l’economia italiana faccia sempre più affidamento sui lavoratori più “maturi,” il che conferma la tendenza all’invecchiamento della popolazione italiana. Sicuramente, il mercato del lavoro italiano si è trasformato molto negli ultimi anni, anche a causa della pandemia. Però, due tematiche rimangono invariate: l’importo del salario in Italia e la mancanza di competenze tecniche.
Il rapporto Inapp 2023 gli stipendi in Italiano sono fermi fin dagli anni Novanta. Con una crescita irrisoria dell’1%, quelli italiani sono i salari più stagnanti dell’area Ocse dove, in media, gli stipendi sono aumentati del 32,5%.
Invece, le imprese hanno sempre più difficoltà a trovare figure con un titolo tecnico-professionale. In particolare, sono quasi irreperibili i tecnici specializzati nell’area meccanica e nell’area Ict. Difficili da trovare anche i laureati nelle discipline scientifiche e tecniche, così come gli operai specializzati, cioè quelli che sanno usare sia strumenti da lavoro tradizionali come le viti a testa esagonale e le più moderne tecnologie come i software e i sensori.
Proprio le figure professionali che sanno unire la trasformazione digitale con i processi produttivi tradizionali sono le più richieste delle imprese italiane e non. Tra questi ci sono i tecnici che si dedicano alla trasformazione digitale, a rendere le aziende più green e tecnologiche.
Secondo le stime di mercato, queste stesse tendenze si ripeteranno nel 2024. L’agenzia del lavoro Randstad rivela che tra i tecnici specializzati più richiesti ci saranno l’elettricista industriale e il giuntista fibra ottica. Tra gli ingegneri, una delle figure più richieste è l’automation engineer, cioè il professionista che si occupa di automatizzare i processi produttivi di un’impresa grazie all’uso di tecnologie ed innovazioni che rendono il lavoro efficiente ed efficace. Non manca la richiesta di lavoratori più “tradizionali” come l’aiuto cuoco, l’addetto alle vendite ed il cassiere.
In tutto questo scenario, sempre più imprese provano l’idea della settimana di lavoro corta. Una delle ultime ad aver adottato questa iniziativa è la Lamborghini. La casa automobilistica italiana sta lanciando un nuovo modo di lavorare con una settimana di 4 giorni ed altri benefici per migliorare il benessere psico-fisico dei dipendenti, attività di fitness e sostegno alla genitorialità. Si tratta di un accordo storico tra sindacati ed impresa che potrebbe cambiare nuovamente il mercato del lavoro italiano.