Codice degli appalti, gli architetti pronti a scendere in piazza
Approvato dal Consiglio dei Ministri il nuovo codice dei contratti, redatto dalla Commissione, appositamente costituita, presso il Consiglio di Stato, dal precedente Governo Draghi.
Gli architetti agrigentini, che hanno seguito l’evoluzione dei lavori della commissione incaricata, lo paventavano da mesi: con il nuovo codice scompare la centralità del progetto nei processi di trasformazione del territorio; vengono fortemente ridimensionati strumenti indispensabili per promuovere la qualità del progetto, come i concorsi di progettazione; viene ulteriormente chiuso il mercato dei lavori pubblici alle strutture professionali medio piccole e ai professionisti di talento; vengono calpestati i diritti dei liberi professionisti e vengono rilanciate procedure stantie, come l’appalto integrato, che relegano il progetto ad un ruolo del tutto marginale nell’esecuzione delle opere pubbliche.
In occasione della Conferenza nazionale degli Ordini degli Architetti di Italia, tenutasi giovedì scorso a Roma, al Centro Congressi Trevi, il presidente dell’Ordine degli architetti di Agrigento, Rino La Mendola, ha contestato al Presidente del Consiglio Nazionale l’assenza attorno ai tavoli istituzionali impegnati nella riforma del codice dei contratti.
“Dallo scorso mese di luglio – afferma Rino La Mendola – abbiamo più volte rappresentato al nostro Consiglio nazionale, la necessità di un pronto intervento per superare le gravi criticità del testo redatto dal Consiglio di Stato. Oggi non possiamo fare altro che rilevare la scarsa incisività dei nostri vertici nazionali, a fronte del peggiore provvedimento in materia di lavori pubblici degli ultimi trent’anni. Il nuovo codice cancella, infatti, tutte le conquiste faticosamente raggiunte nel tempo dallo stesso Consiglio nazionale degli architetti e dalla Rete delle Professioni Tecniche per rilanciare la centralità del progetto (di qualità), aprire il mercato dei lavori pubblici ai “talenti” e non solo ai “fatturati” e scrivere regole chiare e trasparenti per calcolare l’importo dei corrispettivi spettanti ai liberi professionisti, al fine di scongiurare fatti eclatanti che, nel recente passato, hanno mortificato la dignità dei progettisti e la qualità delle prestazioni professionali come, ad esempio, il caso dell’affidamento a Catanzaro di un Piano Regolatore a fronte di un compenso simbolico di un euro>.
L’Ordine degli Architetti di Agrigento, che è pronto a scendere in piazza per contestare una riforma del Codice che segnerebbe un passo indietro di quasi trent’anni, unitamente agli altri Ordini Italiani, scriverà nei prossimi giorni una lettera aperta al Presidente del Consiglio Meloni e al ministro al ramo Salvini, affinché il testo del provvedimento, che deve essere ancora sottoposto al parere delle commissioni parlamentari, venga modificato, in “zona cesarini”, per recepire gli emendamenti proposti dalla Rete delle Professioni Tecniche”.