L’uomo, difeso dagli avvocati Santo Lucia e Giovanna Morello, si è infatti avvalso della facoltà di non rispondere. Saranno gli stessi difensori a chiedere l’annullamento dell’ordinanza emessa dal giudice al Tribunale del Riesame.
Sciortino è stato posto agli arresti dopo le indagini svolte dai militari dell’Arma dei Carabinieri attraverso l’analisi approfondita di alcuni filmati che hanno permesso di accertare che l’operaio la mattina del 6 Dicembre 2015 aveva pedinato per circa tre ore la vittima.
L’esame inoltre consentiva di concentrare l’attenzione su una vettura Fiat Punto di colore nero e, come scrivono i Carabinieri, si accertava la condotta anomala da parte del conducente dell’auto, il quale oltre a pedinare Giuseppe Miceli, eseguiva dei veri e propri controlli effettuando delle soste prolungate agli angoli delle strade da dove era possibile osservare i movimenti del Miceli.