Per loro iscrizione sul registro degli indagati con l’accusa di “pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l’ordine pubblico”. Per Messina inoltre si aggiunge l’accusa di calunnia per aver indicato la sua fonte da cui è stato puntualmente smentito.
Un mistero quello “dell’amabile” conversazione tra Crocetta e Tutino in cui, si dice, fu pronunciata l’agghiacciante frase “Lucia Borsellino va fatta fuori come il padre”.
Un’intercettazione che viene smentita da tutte le procure siciliane e che ha scomodato Capo dello Stato, presidente del consiglio e chi più ne ha più ne metta. Che Piero Messina e Maurizio Zoppi abbiano rischiato la loro brillante carriera e credibilità per una storiella inventata? Chissà, per ora si avvalgono della facoltà di non rispondere.
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