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Asp di Agrigento, Cimo Sicilia su Ficarra: “realizzato molto poco”

lucio ficarraDopo la segreteria provinciale di Agrigento del Pd, è il CIMO Sicilia che lancia un j’accuse nei confronti del direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento, Lucio Ficarra (in foto).

“E tempo di bilanci. A tal proposito lasciano perplessi le recenti dichiarazioni pubbliche del Direttore Generale dell’ASP di Agrigento: Salvatore Lucio Ficarra prova a tirare le somme del suo triennio gestionale, fornendo un valutazione più che lusinghiera delle iniziative intraprese o realizzate. Insomma Ficarra si autopromuove e a pieni voti”.

“Ma in realtà, di già realizzato nel territorio dell’ASP agrigentina, c’è molto poco e chi sostituirà Ficarra (nel breve o nel lungo periodo) troverà soltanto qualche cantiere avviato e tante tante cose ancora da fare. Come spesso accade, quando è in gioco una poltrona prestigiosa e ben remunerata, il bilancio delineato da chi su quella poltrona ambisce a rimanere ben saldo, ha l’immancabile sapore dell’autoreferenzialità e quella descritta da Ficarra sembra più una favoletta per bambini piuttosto che un rendiconto gestionale. Sentendolo parlare, più che un Direttore Generale di un’ASP, il Dottor Ficarra sembra un Ingegnere a capo di un’impresa edile quando snocciola dati riguardanti presunte ristrutturazioni compiute o in corso d’opera, quando parla di cemento depotenziato e di parcheggi e giardini in progettazione, dimenticando che il suo compito principale era quello di far funzionare gli Ospedali affidati alla sua gestione, omettendo che la sua mission era quella di dispensare salute. Di questo non parla il Direttore Generale di Agrigento”.

“Perché – scrive la CIMO Sicilia – in questo ha fallito, ma non solo in questo, perché anche nella parte riguardante ristrutturazioni e sicurezza degli ambienti non si riescono a scorgere tutte le mirabilie che ci vengono propinate. Alla fine del suo fantastico bilancio, ergendosi a Giudice supremo, Ficarra stila la lista dei buoni e dei cattivi, identificando 15 pecore nere della sua ASP, ovviamente senza farne i nomi. Dal canto nostro, se nella schiera dei cattivi vengono inseriti coloro che hanno a più riprese segnalato inefficienze e disservizi, non possiamo che essere orgogliosi di far parte delle cosiddette pecore nere, che al contrario di quelle bianche che belano festanti ad ogni cenno del Capo, vista l’assoluta mancanza di dialogo, hanno preso carta e penna e denunciato tutto quello che non andava e che veniva trascurato dall’amministrazione della Sanità agrigentina”.

“CIMO Sicilia ha chiesto a più riprese chiarimenti e delucidazioni su imprescindibili aspetti riguardanti la sicurezza nei luoghi di lavoro, sul Documento di valutazione dei rischi, sulle misure antincendio delle strutture affidate alla gestione del Dottor Ficarra. Al SERT di Agrigento, ad esempio, mancano le scale antincendio e le finestre sono dotate di sbarre, quindi in caso di evacuazione d’emergenza non sarebbero utilizzabili nemmeno queste come vie di fuga “improvvisate”. In merito a ciò, alle richieste ufficiali avanzate dalla Segreteria Aziendale CIMO non ha mai fatto seguito alcuna risposta. Come al solito”.

“Sono stati ancora segnalati i sottodimensionamenti di alcuni organici, come quelli delle chirurgie (all’Ospedale di Licata in atto c’è un solo medico a tempo determinato che fa “equipe”… da solo), rispetto alle quali in fretta e furia si tenta in piena estate di far fronte con “progetti” e con prestazioni aggiuntive retribuite con somme sulla cui origine ancora non è stata fatta la necessaria chiarezza. Forse qualcuno ritiene di poter disporre a proprio piacimento dei fondi contrattuali della Dirigenza Medica e del Comparto, mischiandoli e confondendo le varie figure professionali tra loro, con una gestione della cosa pubblica di tipo “casalingo”. Abbiamo chiesto lumi anche su questo, sono arrivate risposte fumose e inconcludenti”.

“Mentre si pensa ai giardini, le strutture ospedaliere sono ai minimi termini. Il direttore Ficarra è mai andato a controllare il degrado della pavimentazione della Rianimazione del San Giovanni di Dio? O magari si è preso la briga di far verificare il corretto funzionamento e lo stato di “decoro” degli  ascensori? Oppure ancora l’efficienza delle porte tagliafuoco, utili solo ad intralciare il passaggio delle barelle? E che dire del SUAP? La Speciale Unità di Accoglienza Permanente, destinata ad assistere i pazienti in coma o in stato di minima coscienza, fu finanziata anni fa dal Ministero della Salute con 1,2 mln di euro e i cui previsti 20 posti letto non sono mai stati attivati, al punto che lo stesso Ministero ne ha chiesto conto all’Assessorato Regionale della Salute. Ma ancora niente. Per non parlare della grave carenza di medici e infermieri al Pronto Soccorso di Agrigento, alla Pediatria e alla Ostetricia di Canicattì. Per finire con i cosiddetti “Reparti fantasma” a bassissima produttività come la Chirurgia Vascolare di Agrigento o la Chirurgia di Ribera, con tassi di occupazione dei posti letto irrisori e ridotti a svolgere quasi esclusivamente attività ambulatoriali. Cosa ha fatto la Direzione “strategica” in merito a tutto ciò? Nulla”.

“Non possiamo ancora esimerci dal segnalare il mancato confronto sindacale sulla nuova Dotazione Organica, previsto dalle norme contrattuali e sollecitato dallo stesso Assessore Gucciardi. Evidentemente Ficarra lo ha ritenuto superfluo, una fastidiosa pratica burocratica da bypassare con la consueta nonchalance. Però lo cita nella delibera presentata in Assessorato. Quindi lo avrà sognato. E infine, per dovere di cronaca, dobbiamo riferire come, per scongiurare il recente pericolo del mancato rinnovo degli incarichi a tempo determinato, che avrebbe privato molti dipendenti, medici e infermieri in primis, del diritto di accedere alle procedure di stabilizzazione, CIMO Sicilia sia dovuta intervenire a livello Assessoriale e soltanto dopo tale intervento che ha trovato immediata accoglienza da parte istituzionale, si è sbloccata una situazione delicata che rischiava di degenerare in protesta incontrollata. Non sappiamo cosa succederà dopo il 30 giugno, se il Direttore Generale di Agrigento verrà confermato o sostituito. Il nostro augurio è che si risvegli dalla favola in cui sembra vivere e, magari dopo una breve e rigenerante vacanza estiva (suggeriamo un centro benessere dove fare un indispensabile bagno di umiltà) riprenda con nuovo vigore il proprio lavoro, mettendo finalmente in atto un riassetto organizzativo indispensabile per la Sanità agrigentina e, perché no, imparando a dialogare anche con il personale e le organizzazioni sindacali. Potrebbe addirittura scoprire che quelle che definisce “pecore nere” sono in realtà uomini e donne in grado di essere propositivi e con l’unico desiderio di lavorare in strutture dignitose ed efficienti”, conclude la nota del Cimo Sicilia.