L’atto di indirizzo si è reso necessario a causa del calo di traffico (-9%) che si è verificato nell’ultimo triennio (2011-2013) sulle autostrade a pedaggio e del conseguente calo dei consumi dei prodotti oil e non oil nelle aree di servizio, che ha determinato situazioni di sofferenza tali da rendere non più sostenibili le attività in alcuni punti vendita marginali.
Con questo atto di indirizzo si stabiliscono i criteri mediante i quali le singole Concessionarie autostradali potranno delineare i propri piani di razionalizzazione, che dovranno comunque essere elaborati nel rispetto del principio di concorrenza a tutela del servizio agli utenti e considerando le specificità di un servizio prestato su una rete chiusa come quella autostradale.
I piani dovranno essere redatti, in ogni caso, tenendo conto della suddivisione territoriale regionale; prevedendo l’accordo fra le società concessionarie contigue per le autostrade interconnesse; prevendendo un’implementazione della segnaletica di rifornimento e servizio non oil in caso di dismissioni.
Al fine di garantire un adeguato livello di servizio agli utenti, i piani di razionalizzazione dovranno prevedere che la distanza minima tra due stazioni di servizio operanti sullo stesso tronco o tratta non sia superiore a 50 km.