Anche i rimborsi chilometrici diventano green
Siamo abituati a considerare i rimborsi chilometrici come un sistema di indennità che l’azienda destina ai lavoratori (dipendenti o liberi professionisti) che sono chiamati a svolgere la propria prestazione in un Comune diverso da quello in cui è situata la sede.
Per la precisione, come riporta il sito fissovariabile.it, ogni anno l’Aci redige delle specifiche tabelle nazionali dei costi di esercizio di autovetture e motocicli che sono utilizzate a livello fiscale per la determinazione dei rimborsi chilometrici e la definizione dei corretti importi.
Un rimborso green
In realtà, questi rimborsi possono essere destinati anche ai lavoratori che si spostano con altri veicoli, alternativi alle auto e alle moto, a cominciare dai mezzi di trasporto pubblico; in Europa, però, ci sono Paesi che sono andati ancora oltre, sperimentando forme di incentivazione di una mobilità sostenibile e davvero green.
In Belgio andare in bici conviene
È il caso del Belgio, che per primo ha studiato un incentivo per i lavoratori che si spostano in bicicletta, prevedendo un rimborso di 0,23 i centesimi per ogni chilometro di pedalata; secondo una recente analisi della Federazione Ecf (ovvero, l’European Cyclists’ Federation), sono oltre 400 mila i belgi che beneficiano di questo strumento, quasi il 10 per cento della forza lavoro di tutta la nazione, e che quindi raggiungono il posto di lavoro proprio in bici.
Grande risultato, piccolo investimento
E non si deve pensare che un tale grande risultato sia stato raggiunto con uno sforzo “massimo” per le casse dello Stato: come rivelato ancora dalla Ecf, infatti, il costo sul bilancio di questo intervento è stato pari a circa 93 milioni di euro, vale a dire solo il 2 per cento “di quanto si perde ogni anno, in termini di entrate fiscali, a causa della sotto-tassazione delle auto aziendali”. Insomma, un piccolo prezzo per raggiungere anche obiettivi più ampi, come la tutela del verde e la riduzione delle emissioni.
Anche il Lussemburgo si ispira
Spostandoci di qualche chilometro, in una recente manovra di riforma fiscale il Lussemburgo ha inserito degli specifici incentivi per le biciclette, con benefici per persone fisiche e per imprese. I contribuenti infatti possono detrarre fino a 300 euro dall’imposta sul reddito per l’acquisto di una nuova bicicletta, tradizionale o a pedalata assistita, mentre per le aziende diventa esentasse la fornitura di una due ruote ai propri dipendenti, per uso sia lavorativo che privato.
L’idea francese
Anche un altro Stato vicino al Belgio aveva avviato un provvedimento orientato al “green”: in Francia, infatti, nel 2015 era stato introdotto un sistema di rimborso chilometrico ispirato appunto al modello belga, destinato alle sole aziende private, che però fissava a 200 euro il tetto massimo annuale per il rimborso.
E in Italia?
A questo rapido elenco va inserita anche la nostra Italia: non tanto (non ancora?) per interventi di tipo nazionale, quanto piuttosto per la lungimiranza e l’attenzione alla sostenibilità mostrato su base locale da alcune amministrazioni, per lo più piccole. Ad esempio, lo stesso report di Ecf parla della città di Bari, in cui sarebbero in fase di studio dei particolari “buoni mobilità” destinati a dipendenti e studenti che utilizzano la bici per gli spostamenti quotidiani.
L’iniziativa di Massarosa
Altro progetto innovativo è quello del Comune toscano di Massarosa, in provincia di Lucca, che ha lanciato un bando, riservato a 50 residenti lavoratori, per un contributo allo stipendio in base a quanti chilometri si effettuano ogni giorno in bicicletta nel tragitto tra casa e posto di lavoro.