Amministrative Agrigento: un mese per conoscere il futuro della città
Manca esattamente un mese e finalmente Agrigento conoscerà la sua nuova amministrazione comunale. Trenta giorni che sicuramente saranno ricchi di sorprese e colpi di scena dell’ultima ora.
In questi giorni infatti abbiamo assistito agli ultimi ritocchi per definire alleanze e strategie politiche in vista di una campagna elettorale apparentemente dai toni ancora bassi; ma come Agrigento è abituata, il giro di boa verso l’ultimo mese sarà quello in cui ne vedremo delle belle.
Vogliamo partite dall’ultima notizia in ordine di tempo: la fuoriuscita del movimento civico (Sen. Ruvolo?) “Ama la tua città” dalla coalizione di Lillo Firetto. Una notizia che, seppur ancor oggi resta solo una indiscrezione, vede conferme e smentite. Infatti in una campagna elettorale che l’ex sindaco di Porto Empedocle ha voluto incentrare fra consensi, più o meno giornalieri, del mondo dello spettacolo (artisti, cantanti, scrittori ecc…) e politici (l’ultima è il vice presidente del consiglio comunale di Palermo, Nadia Spallitta), sembra che le dinamiche politiche interne alla sua coalizione siano del tutto “sconosciute”. O meglio, preferiremmo dire che al deputato regionale non piace che qualcuno cambi strada. “Ama la tua città” è infatti l’ultimo dei movimenti che in corso d’opera ha “mollato” Lillo Firetto; prima di esso vi è stata la fuoriuscita di “Progetto Agrigento”. Oggi entrambi i movimenti a sostegno di Silvio Alessi. Campagna acquisti o demeriti di qualcuno? Una domanda dalla facile risposta cui solo il tempo potrà dare conferme.
Inoltre, che dire di quel paventato “civismo” cui abbiamo sentito spesso parlare? Alfano, Di Mauro, Fontana, Terrana, Cascio, l’intero Partito Democratico e tanti altri sono da considerare frutto della società civile, o frutto della peggiore politica di questo ultimo ventennio?
Dall’altro lato vi è invece Silvio Alessi, inizialmente unico vero “sconfitto” di un gioco politico che solo successivamente si è trasformato in un successo. Lui, da vero imprenditore, ha saputo aspettare il momento adatto per far sopire un momento sfavorevole, nonostante la schiacciante vittoria alle primarie dello scorso 22 marzo. Ha saputo “incassare” ed ora esce forte di un consenso democratico, e solo dopo partitico, che lo vede principale contendente dell’ex sindaco della città marinara. Il “pasticcio” delle primarie lo ha infatti visto inizialmente vincitore di una coalizione, Agrigento 2020, oggi orfana di quel Pd incapace di proporre una propria figura.
La ritrovata intesa fra il “Patto per il Territorio” e Forza Italia, ha fatto acquisire al patron dell’Akragas un maggiore chance.
Abbiamo fatto cenno all’Akragas. Sì perché sicuramente seppur in modo molto meno incisivo di quanto si possa pensare, la promozione della prima squadra calcistica della città ha portato sicuramente lustro all’immagine di Alessi. Peccato che anche lui, seppur non parla di “civismo”, è sostenuto dai soliti noti: Iacolino, Gallo e Cimino su tutti.
Fra i partiti, l’unica vera novità è quella di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale. Loro hanno preferito non mischiarsi con le solite alleanze del “il pranzo è servito” è hanno messo in campo Andrea Cirino. Sulla sua esperienza “nulla quaestio”, soprattutto per una campagna elettorale condotta dai toni bassi ma dalle idee ben chiare. A suo sostegno addirittura la complicità del leader nazionale Giorgia Meloni che visiterà Agrigento. Al suo fianco anche il movimento demopolitico “Dipiù”.
Con il Pd che sostiene Lillo Firetto, l’unico vero candidato di “sinistra” è rappresentato dall’avvocato agrigentino Giuseppe Arnone. Le sue battaglie, politiche e non solo, lo hanno portato nuovamente in auge dopo la sconfitta alle precedenti elezioni. Con lui nessun “politico” o presunto tale, ma solo una lista civica. Al di là del consenso che potrà ottenere e dei suoi modi un po’ “forti”, la candidatura di Arnone ha rotto gli schemi di un quadro politico che sembrava già definito e pronto per essere servito alle spalle degli agrigentini.
Altra lista civica, quella a sostegno di Giuseppe Di Rosa. Campagna elettorale avviata da tempo per l’ex vice presidente del consiglio comunale e battaglie su temi importanti: fra tutti la vendita del terreno del Parco Archeologico che la Regione ha venduto a privati senza alcuna evidenza pubblica. Molti i cittadini al suo fianco, ma su di lui pesa il fatto di essere annoverato fra i componenti di quel Consiglio Comunale oggi conosciuto per gli scandali di “gettonopoli”.
Per il pentastellato Emanuele Dalli Cardillo, una campagna in pieno stile “grillino”. Nessuno scivolone per l’avvocato agrigentino e una campagna basata sul cosiddetto “porta a porta”. Incontra gente e spiega il proprio programma elettorale. Una campagna in pieno stile “antipolitica”, sostenuta dai tanti militanti e simpatizzanti del movimento.
Per il leghista Marco Marcolin molte voci e molti consensi/dissensi. Un amore nato alla luce della Valle dei Templi, ma del quale ancora non si comprende la natura. Su di lui si è detto di un possibile accordo con l’ex deputato aragonese Pippo Scalia. La sua precedente appartenenza all’area leghista di Tosi, lo ha relegato inizialmente ad un ruolo marginale all’interno del partito, tanto da metterne in discussione la candidatura a primo cittadino della città dei Templi. Oggi, ne esce con il sostegno di Matteo Salvini che, come la Meloni, visiterà Agrigento.
Sul democristiano Leo Pellegrino, ancora il nulla. Nessun interventi pubblico e nessuna possibile lista al suo fianco. Sicuramente la sua sarà stata una strategia poltiica per cercare di rientrare nell’agone politico dopo anni di latitanza. Ad oggi, un “non pervenuto”.
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