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Politica

Amministrative Agrigento, Trupia: gli antagonisti di Firetto si comportano da comari di paesino

uniti per la cittàIn una città, dove le emergenze sono diffuse e quasi croniche, gli antagonisti di Firetto, in questa campagna elettorale, non trovano di meglio che coalizzarsi per metterlo strumentalmente in croce. Le sue colpe? Avere offerto, qualora ce ne fosse bisogno, ulteriore prova di essere un uomo delle istituzioni concreto, al servizio del territorio, pronto a dare risposte”.

Aurelio Trupia, coordinatore della lista “Uniti per la Città”, prende posizione a difesa di Lillo Firetto, preso di mira dagli altri candidati a sindaco “che si comportano, per dirla come De Andrè, – sottolinea Trupia – da comari di paesino che non avendo iniziative lanciano invettive. Agrigento non può permettersi il lusso di affidare il suo futuro a gente che preferisce litigare, scagliarsi per partito preso contro un avversario ritenuto vincente, con la sola “missione” di provare a screditarlo agli occhi dell’opinione pubblica. Per fortuna gli agrigentini sono ormai maturi, consapevoli che questa nostra città ha bisogno di cambiare seriamente e drasticamente rotta, affidandosi a un timoniere capace, in grado di mettere in sicurezza un natante che oggi, ahimè, fa acqua da tutte le parti. La chiusura di via Volpe, per il crollo di una porzione di costone, aveva creato non pochi disagi agli automobilisti, ma anche e soprattutto danni agli operatori commerciali della zona. Dopo polemiche e proteste, piuttosto vibranti e plateali, Firetto, trascinando ad Agrigento l’assessore regionale Pizzo, riesce ad ottenere il decreto di finanziamento da parte del governo siciliano per le opere di consolidamento, ma, udite udite, si scatena un pandemonio. Attacchi frontali e critiche pesanti lanciati dai suoi competitor, i quali fingono di dimenticare che Firetto è pure parlamentare di sala d’Ercole. O forse a qualcuno fa comodo che la città affondi nel mare dell’emergenza sociale ed economica. Il dibattito, prima del voto, non può essere incentrato sulle cattiverie, sui veleni, sugli insulti a scapito delle idee propositive, dei progetti, dei contenuti che indicano il modello di gestione e di sviluppo di un territorio. Viene da pensare allora – conclude Aurelio Trupia – che gli sfidanti di Firetto, consapevoli di non essere adeguatamente attrezzati per affrontarlo sul terreno della dialettica democratica e della concretezza programmatica, abbiano deciso strategicamente di puntare allo scontro piuttosto che su un confronto libero e costruttivo”.