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Amministrative Agrigento: lo strano caso degli avvocati “giurgintani” emigrati al Comune di Porto Empedocle

calogero-firettoLa campagna elettorale entra nel vivo, e come consuetudine vuole, piovono le promesse più inaspettate: strade più sicure, meno tasse, acqua pubblica, mare pulito e più lavoro per tutti.

Sì, il lavoro, quell’atteso e sperato posto che molti agrigentini, soprattutto giovani, cercano con la speranza di non dovere emigrare, abbandonando la famiglia e gli affetti più cari.
Ma mentre qualcuno promette l’impossibile, c’è chi in campagna elettorale effettivamente passa dalle promesse ai fatti. Una bella sorpresa soprattutto per chi è abituato alle solite “parole… parole e parole”.

È il caso del sindaco di Porto Empedocle, Lillo Firetto (in foto), che ufficializzata la sua candidatura a primo cittadino della città dei Templi, ha ben pensato di conferire un incarico per la difesa di una causa dinnanzi al Giudice di Pace di Agrigento ad un giovane avvocato agrigentino che risulta candidato alle elezioni amministrative in una delle due liste a sostegno della sua candidatura a sindaco.
La delibera di Giunta n. 63 è del 13 aprile 2015, e a presiedere la seduta è proprio il Sindaco Firetto, che probabilmente non si è accorto del nominativo a lui sicuramente noto.

Una svista? E che dire delle altre delibere di giunta che negli ultimi mesi vedono assegnare incarichi ad altri avvocati agrigentini oggi candidati?

Basti vedere le delibere di Giunta degli ultimi mesi, che, come per magia, vedono sempre gli stessi avvocati agrigentini beneficiari di incarichi al Comune empedoclino.

E poi c’è chi addirittura presiederebbe il nucleo di valutazione (anch’essa, candidata); un incarico che sembrerebbe essere fra i più retribuiti rispetto agli altri comuni dell’intera provincia, compreso il capoluogo.
Per carità, nulla di illecito, ma ci chiediamo: è opportuno affidare un incarico di qualsivoglia natura ad un esponente politico vicino alle posizioni del Sindaco ed oggi ritrovarsi candidati nelle liste a suo sostegno? Ai cittadini l’ardua sentenza.

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